03/04/2015

Unrae fotografa la situazione dell'autotrasporto italiano

L'"Unione nazionale rappresentanti veicoli esteri" ha condotto un’indagine (riferita al periodo 2008-2013) sull’esodo delle imprese della filiera dell'autotrasporto dall’Italia e sul conseguente impatto per l’economia del Paese. Ne emerge un quadro preoccupante, con una contrazione dell’occupazione di 197.000 posti di lavori, 2.000 flotte del trasporto merci che hanno cessato l’attività, un mancato introito per le casse dello Stato di 10 miliardi di euro persi dalle accise sui carburanti, 420 milioni di mancati introiti di Irap, un calo delle immatricolazioni dei veicoli di massa totale complessiva superiore alle 3,5 tonnellate, pari a 5.200 unità all’anno. Il costo del lavoro in Italia è pari a 60 mila euro all’anno per ogni autista contro i 40 mila dell’Ovest Europa e i 26 mila dell’Europa dell’Est, pari quindi al 48% in più rispetto alla media europea. La pressione fiscale è la seconda voce a pesare sui conti delle imprese di autotrasporto italiane e raggiunge il 66% contro il 36% della media europea. Un altro motivo che ha portato le aziende italiane del comparto a delocalizzare è la difficoltà burocratica in termini di tempo per l’ottenimento di permessi, autorizzazioni, procedure per richiedere rimborsi che pesano il 56%. 
“Sono dati sconcertanti che scoraggerebbero chiunque a mantenere la propria attività in Italia – ha dichiarato il Presidente di Anita, Thomas Baumgartner – eppure molte imprese di autotrasporto e logistica continuano a credere in questo Paese e a svolgere qui la propria attività sopravvivendo alla crisi economica. È tempo che il Governo dia delle risposte alle imprese di autotrasporto, un settore trainante per l’economia italiana, e che dia seguito a tutte quelle misure che da tempo sono state portate all’attenzione del legislatore, misure necessarie a contrastare il fenomeno del dumping sociale, ad abbassare la pressione fiscale e il costo del lavoro per il rilancio dell’occupazione, anche considerando la possibilità di inserire il doppio registro, fatto che si tradurrebbe in un’uniformazione delle regole relative a imposte e contributi per gli autisti che effettuano trasporti internazionali".
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