18/07/2012

Taranto: Vico denuncia il rischio di stop allo sviluppo dello scalo

Promette battaglia in aula sull’art. 15 del Decreto Sviluppo, in votazione stamane, il parlamentare tarantino del PD, Ludovico Vico. Una postilla che rischia di far crollare le ipotesi di sviluppo del porto di Taranto, dopo una stagione che invece lasciava presagire la nascita in riva allo Jonio di una speranza di diversificazione. "Quell’articolo configura una beffa bella e buona che si consuma ai danni del nostro territorio – dice Vico – dopo che solo qualche mese fa (26 aprile, ndr) la presidenza del Consiglio firmava l’accordo per lo sviluppo dei traffici container nel porto di Taranto, dopo la missione di accelerazione per l’infrastrutturazione affidata nelle mani del commissario ad acta e dopo il superamento dello stato di emergenza socio-economico-ambientale. Ora l’art. 15 del Decreto Sviluppo taglia di netto i fondi statali per le opere infrastrutturali portuali assegnate alle autorità portuali che operano nei "Siti di bonifica di Interesse Nazionale" (SIN) com’è appunto il porto di Taranto". Così la diga foranea, il dragaggio dell’area del molo polisettoriale, la cassa di colmata, la riconfigurazione della banchina del molo polisettoriale, la riqualificazione dei piazzali in radice, il consolidamento della stessa banchina e delle vie di corsa lato terra potrebbero restare al palo. "Si tratta di una scelta politica ed economica incomprensibile che danneggia Taranto, ma rischia di spingere il Paese verso una politica miope di sviluppo nel già traballante equilibrio dei traffici merci internazionali nell’area del Mediterraneo – spiega ancora Vico - Resta poi il segnale di schizofrenia che viene da Roma che firma accordi in pompa magna, coinvolgendo addirittura quattro ministeri (Trasporti, Coesione sociale, Ambiente ed Economia, ndr) e poi si rimangia tutto nel giro di appena tredici settimane". Della vicenda il deputato PD ha già informato il presidente della Regione Puglia, Vendola, il sindaco e il presidente della Provincia di Taranto, Stefano e Florido e il presidente dell’Autorità portuale, Prete.
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