11/11/2013

Strade e autostrade italiane più sicure?

«Per l’undicesimo anno consecutivo è diminuito il numero di morti per incidenti stradali nel nostro Paese, passando da 3.860 del 2011 a 3.653 del 2012. Un segnale positivo che premia l’impegno e le scelte fatte a partire dal 2001. Ma non è ancora soddisfacente, occorre puntare su norme e iniziative più incisive che riducano i rischi della circolazione». Con queste parole Aldo Minucci, presidente della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale, commenta i dati Aci Istat relativi al numero di morti, feriti e incidenti stradali in Italia nel 2012. «Il numero di morti continua a contrarsi, anche se una riduzione del 5,4% rispetto al 2011, non è neanche sufficiente a dimezzare la mortalità sulle strade rispetto al 2001. A maggior ragione, quindi, non dobbiamo abbassare la guardia, ma continuare a migliorare». Dalla Fondazione ANIA, arrivano anche riflessioni e suggerimenti su come continuare ad affrontare il problema della sicurezza sulle strade del nostro Paese. «Un passaggio fondamentale – spiega Minucci - è rappresentato dal disegno di legge che attribuisce al Governo la delega per la riforma del codice della strada. Ci auguriamo che si arrivi alla stesura di un Codice più snello, di per sé più chiaro per tutti i cittadini, che preveda innanzitutto la certezza della pena per chi commette gravi reati sulla strada. Siamo convinti che, anche in questo modo, si possa avviare un radicale processo di cambiamento culturale in grado di favorire un maggiore rispetto delle regole della strada».
Tornando ai dati diffusi da Aci e Istat, tra gli aspetti positivi va considerato che il numero dei morti under 30 è diminuito passando da 972 a 819, diventando cioè il 22,5% del totale delle vittime della strada, rispetto ad oltre il 25% registrato nel 2011. Preoccupa invece il numero degli utenti deboli che perdono la vita sulle strade italiane: un tributo ancora troppo alto. Il totale di 1.757 persone morte, composto da 564 pedoni, 289 ciclisti e 904 motociclisti, infatti, rappresenta quasi la metà del numero complessivo delle vittime della strada. Il Presidente della Fondazione ANIA, nel ribadire che i risultati sono incoraggianti, evidenzia che il numero dei sinistri che le compagnie assicurative debbono risarcire a causa di incidenti stradali è di gran lunga superiore rispetto a quello segnalato da Aci Istat, pari a 186.726. La differenza è dovuta al fatto che l’ANIA, nell’elaborare i suoi dati, considera tutti i sinistri che sono denunciati in un anno alle compagnie di assicurazione, comprensivi di quelli che coinvolgono un solo autoveicolo e quelli in assenza di feriti. Dati, questi, che sono invece esclusi dal rapporto Aci Istat. «Sulla base dei dati rilevati dall’ANIA nel 2012 – precisa Minucci - il numero totale dei sinistri registrati è stato pari a oltre 2,6 milioni, mentre il numero di feriti e di morti è stato pari a circa 730mila, di cui 90mila sono da considerarsi invalidi permanenti gravi. Per il settore assicurativo si è assistito ad un calo del 15% del numero complessivo dei sinistri tra il 2011 e il 2012». Le evidenze statistiche portano, tuttavia, a concludere che la riduzione del numero degli incidenti sia dovuta a fattori congiunturali, come l’aumento del prezzo del carburante e il peggioramento delle condizioni economiche generali e delle famiglie, che hanno determinato un calo della circolazione stradale. Anche il numero di feriti è risultato in forte calo tra il 2011 e il 2012 (da circa 900mila a circa 730mila); questa diminuzione è dovuta anche agli effetti positivi della norma che ha reso più stringenti i controlli sui danni lievissimi alla persona, prevedendo l’accertamento clinico e strumentale per la loro risarcibilità.
Share :