18/11/2015

Spreco alimentare, ecco come prevenire il fenomeno

Si è tenuto a Milano presso la Fondazione Stelline il convegno “La lotta allo spreco alimentare: soluzioni e approcci di filiera" organizzato da GS1 Italy | Indicod-Ecr in ambito ECR Italia per approfondire il tema dello spreco alimentare e della gestione delle eccedenze, che è di sempre maggiore rilevanza per le aziende della filiera per il forte impatto economico, sociale e ambientale che genera, e per il consumatore. Ogni anno infatti un terzo della produzione mondiale di cibo (1,3 miliardi di tonnellate) finisce nella spazzatura, con cause che vanno ricercate sia nelle fasi finali di consumo che durante la fase di trasformazione e di distribuzione. 

Le ricerche ci dicono che ogni anno in Italia vengono generate 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze lungo tutta la filiera, dai campi fino alla tavola del consumatore, pari al 16% del consumo annuo. Di questi 5,6 milioni di tonnellate, circa il 20% è prodotto dalle aziende dell’industria e della distribuzione (fonte: “Surplus Food Management Against Food Waste. Il recupero delle eccedenze alimentari. Dalle parole ai fatti" Politecnico di Milano e Fondazione Banco Alimentare Onlus, 2015). Ed è proprio sulla riduzione di questo 20% che le aziende del largo consumo hanno deciso di concentrare il loro impegno e il lavoro di ECR Italia, l’associazione che raggruppa le principali aziende di marca e della distribuzione moderna e che concentra la sua attività nell’identificare innovazioni per migliorare l’efficienza di filiera produttore/distributore/consumatore. «L’adozione di un approccio collaborativo nella lotta agli sprechi alimentari afferma la responsabilità sociale del sistema, non solo delle singole imprese, che va al di là delle dinamiche competitive e che ha permesso alle aziende attive in ECR Italia di identificare delle soluzioni di filiera efficaci e adottabili da tutti gli attori - ha affermato Silvia Scalia, coordinatore di ECR Italia - Ottimizzare la gestione dell’eccedenza alimentare significa lavorare in un’ottica collaborativa in azienda e su tutta la filiera: dal magazzino del produttore allo scaffale del punto vendita, sugli assi della prevenzione, della redistribuzione, del riciclo, del recupero e dell’eliminazione delle eccedenze». «Il tema della lotta allo spreco è sempre di più da leggersi come un processo che deve essere affrontato in logica di sistema - ha dichiarato Carlo Delmenico, Direttore Responsabilità Sociale d’Impresa di Sma - La ricerca di sinergie nel triangolo produzione, distribuzione, consumo pone le basi non solo alla ricerca di soluzioni ma soprattutto a quel salto culturale comune che consentirà di raggiungere nuovi equilibri a livello etico ed ambientale migliori». 

Come evitare che le eccedenze di cibo si trasformino in sprechi? La prevenzione è stato il primo ambito di intervento del tavolo di lavoro attivato nel 2013 in ambito ECR Italia, che, con la partecipazione attiva delle aziende dell’industria e della distribuzione, ha prodotto una prima fotografia dell’entità e delle cause del fenomeno, ha identificato alcune strategie di prevenzione e ha stilato delle best practice per la gestione delle eccedenze alimentari. Sono cinque i principali assi di intervento identificati: 
Misurare per intervenire: ovvero misurare l’eccedenza e sviluppare sistemi di allerta che attivino piani di intervento. 
Coinvolgere: migliorare la consapevolezza, coinvolgere e motivare i dipendenti. 
Prevedere: migliorare l’accuratezza delle previsioni e massimizzare la disponibilità di prodotto. 
Disegnare: migliorare la progettazione del prodotto e dell’imballaggio in ottica sostenibile. 
Semplificare: effettuare verifiche e revisioni di gamma alla luce dei possibili impatti in termini di creazione di eccedenze. 

È inoltre emerso che, nella maggior parte dei casi, la mancanza di un processo adeguato di controllo del fenomeno si traduce in basse percentuali di recupero dell’eccedenza. Per le aziende della filiera le attività di prevenzione e di gestione delle eccedenze alimentari diventano in un vero e proprio processo aziendale, costituito da attività amministrative, attività operative e momenti decisionali che coinvolgono molteplici attori all’interno dell’azienda. Tanto più il processo è strutturato, tanto maggiore è la capacità di recupero e quindi minore lo spreco. Pertanto nel 2014, proseguendo nel percorso iniziato, si è deciso di concentrare i lavori in ambito ECR Italia sui modelli per la gestione strutturata dell’eccedenza alimentare, e, in collaborazione con il Politecnico di Milano, sono stati identificati quattro ambiti di approfondimento, che ha illustrato Marco Melancini, professore di Logistics e operations management del Politecnico di Milano durante il suo intervento: Definizione delle variabili di impostazione del processo di gestione dell’eccedenza. Identificazione di best practice a livello di filiera. Identificazione di aree di collaborazione a livello di filiera nella gestione dell’eccedenza. 

Recuperare le eccedenze alimentari che vengono prodotte è una fase fondamentale per evitare lo spreco. E qui si inserisce l’importante ruolo svolto delle organizzazioni no profit come Fondazione Banco Alimentare, da sempre impegnata su questo fronte e sulla redistribuzione sul territorio. Giuliana Malaguti, responsabile approvvigionamenti di Banco Alimentare, ha sottolineato come nonostante il recupero sia l’ultimo anello della filiera di produzione o di distribuzione, vada comunque inserito a pieno titolo nei processi aziendali, con pari dignità delle altre fasi.
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