29/11/2017
Il fenomeno delle Free Zone registra un trend in continua
crescita: non si è arrestato neanche nel corso della crisi
finanziaria mondiale degli anni scorsi. In Italia tali zone sono state istituite con Legge 123/2017 e
solamente le regioni del Mezzogiorno possono presentare proposta di Zes ubicate solo dove
siano presenti aree portuali. La legge prevede infatti una politica di sviluppo istituzionale fondata su
aree ben individuate dove strategicamente si pone il “porto al centro" dell’economia, vale
a dire insediamenti imprenditoriali, incentivi e risorse finanziarie finalizzate a far
crescere l’infrastruttura marittima e il sistema di imprese che ruotano intorno ad essa.
L'accordo tra Banco di Napoli e Adsp del Mar Ionio aiuta finanziariamente che investe in opere portuali
Su queste prospettive Banco di Napoli e Autorità di sistema portuale (Adsp) del Mar Ionio hanno siglato un accordo per assistere finanziariamente le imprese assegnatarie di
appalti per le opere portuali. Come? Mediante l'anticipazione dei crediti certificati e gli altri supporti
finanziari correlati all'impianto dei cantieri. L’accordo inoltre prevede soluzioni di
consulenza, anche attraverso i desk specializzati del gruppo Intesa Sanpaolo, alle imprese che
si candideranno quali investitori nelle Zone Economiche Speciali, per l'elaborazione dei
piani di investimento e della finanza di progetto necessarie.
Obiettivo dell'agreement: favorire la capacità di intercettare flussi commerciali internazionali
L’accordo consentirà una
relazione di lungo periodo e di stretta collaborazione con le Adsp per sostenere le imprese
che - attorno ai sistemi portuali - realizzeranno lavori di riqualificazione e potenziamento, nuovi
insediamenti con nuovi posti di lavoro, crescita dei sistemi logistici a beneficio dei settori
economici circostanti. L’obiettivo è sostenere la mission delle nuove Adsp del Mezzogiorno
perché garantiscano al sistema manifatturiero del Meridione nuove e potenziate capacità di
intercettare flussi commerciali internazionali, ampliando così i mercati di sbocco dei prodotti
e delle eccellenze territoriali per trattenere nel PIL del Mezzogiorno quanto più valore
aggiunto possibile. Per questi accordi il Banco di Napoli mette a disposizione un plafond di
1,5 miliardi di euro.
ZONE FRANCHE, QUALCHE NUMERO ...
Nel 1997 il numero di Zes era pari a circa 845 in 93 Paesi, tale valore è salito oggi a circa 4.000 e
coinvolge circa 135 Paesi. L’impatto economico totale generato ammonta a oltre 68,4
milioni di lavoratori diretti e un valore aggiunto, derivante dagli scambi, di poco
più di 850 miliardi di dollari. Secondo autorevoli stime, nelle Free Zone andrebbe a
concentrarsi, con il passare del tempo, il 40% circa del totale dell’export di un Paese.
In Europa esistono diversi casi di free zone a diversi livelli di operatività (più che altro si tratta
di punti franchi individuati all’interno di aree portuali); se ne contano ad esempio 10 in
Danimarca, 8 in Germania, 3 in Grecia, 5 in Spagna (tra cui la famosa ZAL-Zona ad Attività
Logistica di Barcellona). In Italia vi sono 4 Zone Franche, a Trieste, Venezia, Gioia Tauro e
Taranto. Uno dei casi più famosi in Europa è rappresentato dalle 14 free zone della Polonia
che hanno creato quasi 300 mila nuovi posti di lavoro.
Zona Franca famosa in Italia è il Porto Franco di Trieste che fa capo all’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Orientale, dove le aziende possono beneficiare di una serie di
incentivi di tipo doganale, fiscale e amministrativo che rendono particolarmente
conveniente investire nell’area o depositarvi le proprie merci.
... E TANTI VANTAGGI
Le imprese che investiranno nelle Zes in Italia potranno avere procedure semplificate per
adempimenti burocratici e per l’accesso alle infrastrutture; credito di imposta in relazione agli
investimenti effettuati pari al 50% per ogni progetto di investimento. Le aziende dovranno
però mantenere l’attività nella Zes per almeno 7 anni.
Fondamentale sarà il supporto degli enti pubblici territoriali e locali, che dovranno contribuire
a snellire in modo importante gli adempimenti burocratici e amministrativi per le imprese.
Importante anche la connessione tra le iniziative imprenditoriali e il porto; le Zes sono ideate
per favorire l’attrazione di investimenti che mettano a sinergia la logistica con il sistema
manifatturiero. Diventerà importante la presentazione da parte degli organi preposti a gestire
la Zes di un piano di sviluppo strategico che preveda le aree interessate, gli incentivi e i
settori da agevolare. Le risorse finanziarie pubbliche complessivamente messe a
disposizione ad ora ammontano a poco più di 200 milioni di euro.
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