22/01/2015
Un settore da 80 miliardi di euro di fatturato, per cui si prevede una crescita del
+0,9% nel 2015, nonostante un mercato condizionato dalla crisi economica con la pressione sulle tariffe da
parte dei committenti, la difficoltà dei consumi e la contrazione dei flussi fisici delle merci. È la logistica
conto terzi che, puntando sullo sviluppo della terziarizzazione in settori in cui i processi logistici non sono
ancora maturi e sulle grandi opportunità dell'export, può creare valore per il Paese. Ma che per continuare a
crescere chiede alle istituzioni semplificazione normativa e maggiori controlli per assicurare la regolarità
degli operatori.
È quanto emerso dal convegno "Il Sistema Logistico Italia: un valore per il nostro Paese", organizzato
dall’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano* in collaborazione con Assologistica, che si è
tenuto stamattina a Roma, al Centro Congressi Roma Eventi. Al convegno hanno partecipato il ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Umberto Del
Basso De Caro, il direttore delle Politiche Industriali di Confindustria Andrea Bianchi, il presidente di Anita
Thomas Baumgartner e il presidente di Assologistica Carlo Mearelli, oltre ai membri dell’advisory board
dell’Osservatorio Contract Logistics, che si sono confrontati sul settore della logistica in Italia e sugli
interventi necessari per sfruttare e potenziare le opportunità di sviluppo di questo settore.
Al suo quarto anno di attività, l’Osservatorio Contract Logistics costituisce un tavolo permanente di analisi
critica e discussione sul ruolo di innovazione che l’ecosistema della logistica conto terzi può costituire per la
diffusione di pratiche di eccellenza nella gestione della logistica e della supply chain in Italia*.
“Un potenziale di crescita importante per il comparto logistico è rappresentato dall'ulteriore sviluppo della
terziarizzazione in settori in cui i processi logistici non sono ancora maturi, come ad esempio quello
ospedaliero dove la terziarizzazione è pari solo al 4% – afferma Gino Marchet, responsabile scientifico
dell'Osservatorio Contract Logistics -. E poi, di fronte ad una percentuale significativa di aziende italiane che
presidia ancora poco il processo logistico dell'export, i fornitori di servizi logistici possono incrementare
notevolmente la competitività delle aziende e dei prodotti italiani garantendo elevati livello di servizio verso
i clienti stranieri. Queste due direzioni rappresentano un’opportunità per i fornitori di servizi logistici, ma
soprattutto uno stimolo per la crescita dell’intero Sistema Paese".
L’evoluzione del mercato
Il fatturato complessivo del settore della contract logistics (o logistica conto terzi) è di circa 80 miliardi di
euro e risente in questi anni dello stallo del sistema-Paese: la forte pressione sulle tariffe da parte dei
committenti, la difficoltà dei consumi in Italia e la contrazione dei flussi fisici hanno condizionato
negativamente il mercato. Nonostante il clima recessivo del Paese, dopo la brusca frenata registrata nei due
anni precedenti, si stima una risalita del fatturato nel 2014 (+1,1%) e nel 2015 (+0,9%), trainata
dall'incremento dell'export. Tassi di crescita non elevati, ma superiori a quelli previsti per l’economia
italiana, che porterà questo settore a raggiungere quota 81 miliardi di euro nel 2015.
In questo scenario si nota il sempre maggiore ricorso delle aziende all'outsourcing dei servizi di logistica per
ottimizzare il processo e creare valore. La terziarizzazione infatti è passata dal 36,4% del 2009 al 39,1% nel
2012, con valori molto differenti nei diversi settori. Emerge inoltre una concentrazione dei fornitori di servizi
logistici (autotrasportatori organizzati in società di capitali e non di capitali, corrieri/corrieri espresso,
gestori di interporti e terminal intermodali, gestori di magazzino, operatori del trasporto ferroviario e del
trasporto combinato strada-rotaia, operatori logistici e spedizionieri), il cui numero di aziende complessive si
è ridotto del 9,4% in quattro anni. Tuttavia il fenomeno interessa principalmente gli autotrasportatori
organizzati in società non di capitali, i cosiddetti “padroncini", meno di 80.000 aziende, che hanno subito
una contrazione di oltre il 10% rispetto al 2009.
“Il mercato attuale della contract logistics vede vincenti nuovi approcci alla logistica che richiedono
maggiori sinergie tra aziende committenti, fornitori di tecnologia e fornitori di servizi logistici per
implementare sistemi innovativi e produrre migliori risultati anche in termini economici – rileva Marco
Melacini, responsabile della ricerca dell'Osservatorio Contract Logistics -. Lo sviluppo della logistica conto
terzi non è però legato esclusivamente all’andamento generale dell’economia, ma anche alle dinamiche
interne ai singoli settori e segmenti del mercato. Di sicuro, esiste ancora un elevato numero di piccole-medie
imprese che terziarizza in modo limitato e una percentuale significativa di aziende che presidia poco il
processo logistico su scala internazionale. I fornitori di servizi logistici in grado di sviluppare nuovi mercati
all'estero o anche in Italia in settori tradizionalmente poco terziarizzati, invece, riescono a crescere molto
più della media del settore".
Le esigenze degli addetti ai lavori
Fornitori e committenti della logistica chiedono interventi normativi, economici e infrastrutturali per
sostenere lo sviluppo del settore. Grazie al coinvolgimento dell’advisory board dell’Osservatorio Contract
Logistics e di oltre 700 manager del settore, sono state individuate le principali aree di intervento in ambito
normativo, riportate in ordine di rilevanza:
1. Semplificazione delle normative, in modo da favorirne l’adozione e il rispetto.
2. Incremento del controllo sulla “regolarità" del personale di magazzino impiegato, aumentando la
visibilità dei casi irregolari accertati. Esempio: incremento dei controlli sulle nuove aziende, spesso
nuove soltanto nella ragione sociale ma operanti con le stesse persone di imprese precedentemente
fallite.
3. Semplificazione dei contratti di lavoro, in modo da migliorare la flessibilità operativa ed
agevolare l’assunzione di nuovo personale.
4. Semplificazione del processo doganale. Esempi: riduzione degli enti coinvolti, ridefinizione delle
responsabilità degli enti coinvolti, standardizzazione del processo in modo che risulti più semplice e
lineare.
5. Incremento del controllo sulla “regolarità" dei mezzi di trasporto in circolazione, aumentandone
l’efficacia sanzionatoria, anche in un’ottica di identico trattamento dei veicoli a targa italiana e
straniera. Esempi: blocco del veicolo non in regola a meno di pagamento immediato della sanzione a
mezzo POS mobile come avviene regolarmente in altri Paesi europei.
6. Spinta alla dematerializzazione dei documenti a supporto della logistica.
7. Riduzione delle “personalizzazioni" normative che si registrano a livello locale. Esempi:
autorizzazioni dei vigili del fuoco e ASL e autorizzazione prefettizia alla circolazione delle merci.
8. Riduzione dell’iter di autorizzazione per progetti di nuove strutture private o infrastrutture
logistiche. Esempi: creazione di uno “sportello unico" efficiente, coordinato con la pianificazione
territoriale regionale.
9. Aggiornamento delle norme sul trasporto, con superamento di vincoli che ostacolano il
raggiungimento di efficienza ed economie di scopo. Esempi: revisione della norma secondo cui – in
tema di stoccaggio e trasporto di materiale – tutti i materiali non assimilabili a RSU sono considerati
“speciali"; Revisione della norma sulla promiscuità della tipologia di merce trasportata.
10. Revisione della responsabilità solidale sugli appalti.
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