08/02/2016

Processo ”Aemilia”, CNA Fita chiede 500 mila euro, serviranno a sostenere la libera informazione

Ammonta a 500.000 euro la richiesta economica avanzata da CNA-Fita, parte civile al processo “Aemilia" contro la ‘ndrangheta, quale risarcimento per i danni subiti. Qualora il danno dovesse essere riconosciuto e i fondi realmente esigibili, l’associazione di rappresentanza dell’autotrasporto, guidata dalla modenese Cinzia Franchini, ha già deciso che tali fondi siano destinati, in parti uguali, all’Ordine dei Giornalisti nazionale e regionale dell’Emilia-Romagna, affinché vengano istituiti premi giornalistici per inchieste e approfondimenti dedicati al settore dell’autotrasporto


Un premio a chi - con coraggio - ha infranto luoghi comuni e indifferenza
“Il ruolo dell’informazione è fondamentale là dove con indipendenza e coraggio riesce a infrangere i luoghi comuni e l’indifferenza, due mali che nell’autotrasporto hanno creato disinformazione e percezioni distorte, o peggio ancora hanno omesso verità importanti - afferma la presidente Franchini - Questa necessaria ricerca della verità non è scontata, ma soprattutto è resa quasi impossibile dalla mancanza di risorse economiche e di reali tutele dove, i poteri costituiti e i 'registi della disinformazione' hanno gioco facile nel condizionare chi, come i giornalisti, hanno il diritto e il dovere di informare l’opinione pubblica. Ripensando al percorso di denuncia che ho fin qui portato avanti sono certa che non sarebbe stato tale e possibile senza il contributo di un'informazione coraggiosa e professionale, sostenuta e prodotta da validi giornalisti che hanno scelto di schierarsi, pagando in prima persona. In alcuni casi subendo onerosi attacchi legali, così come li sto subendo io, in altri venendo estromessi dal dibattito, perché scomodi. Ai 'registi della disinformazione' di certo interessa avere l’ultima parola, a noi invece preme, in questo momento, ringraziare chi ha contribuito a smascherare intrecci, collusioni e connivenze".
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