Lavorare per una nuova cultura per la sicurezza delle infrastrutture italiane per sviluppare un sistema dinamico, basato sulla prevenzione e sulla chiarezza delle competenze. È questo l’obiettivo dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture stradali e autostradali, che ha presentato oggi la prima Relazione annuale alla presenza del ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.
“Ritengo necessario un investimento straordinario – ha dichiarato Giovannini - per assicurare l’efficienza delle infrastrutture e la sicurezza dei cittadini. L’innovazione tecnologica e dei materiali può̀ consentire un salto di qualità̀ nella gestione delle reti infrastrutturali, ma va accompagnato con un ampio cambiamento di visione che si traduce nella nuova cultura della sicurezza di cui l’ANSFISA si sta facendo garante, attraverso la costruzione di un modello uniforme per la gestione, la manutenzione e la messa in sicurezza della totalità delle nostre infrastrutture, sia stradali che ferroviarie".
L’ANSFISA, nata con il decreto Genova all’indomani del crollo del ponte Morandi e operativa dal 30 novembre scorso, ha incorporato l’ANSF, l’Agenzia per la Sicurezza delle Ferrovie, facendo proprio il know how sviluppato in ambito ferroviario, anche con l’obiettivo di trasferirlo al settore delle infrastrutture stradali, autostradali e dei trasporti rapidi di massa. Nel 2020 sono stati compiuti i passi principali per l’operatività amministrativa del nuovo ente: dalla nomina del direttore alla definizione dello statuto e regolamento di amministrazione fino alla designazione dei dirigenti generali e degli organi di vertice. È stata anche indetta una selezione pubblica per il primo contingente di personale che oggi si attesta a 164 unità contro le 569 previste dalla legge, con oltre il 70% di carenza dell’organico.
L’Agenzia, che si articola in due direzioni generali, ha il compito di promuovere la sicurezza su circa 840.000 km di strade; fra queste: 8.006 km di autostrade e 27.259 km strade statali (Anas) con 2.179 gallerie, 21.072 ponti e viadotti, 6.320 cavalcavia. Ai quali si aggiungono 17.530 km di ferrovie nazionali e regionali con 5.443 passaggi a livello, 18.847 ponti, viadotti e gallerie, 3.236 stazioni, 30.818 scambi o intersezioni; 1.130 km di ferrovie isolate con 944 passaggi a livello, 1529 ponti, viadotti e gallerie, 288 stazioni e 225 km di impianti di trasporto rapido di massa (metropolitane), di cui 131,6 km in galleria, dislocati in 7 città con 14 linee e 272 fermate. Mentre i soggetti, tra gestori delle infrastrutture, imprese esercenti il servizio e centri di formazione, con i quali il nuovo ente deve interfacciarsi sono più di 8.000.
“Il nostro impegno – ha spiegato Fabio Croccolo, direttore di ANSFISA - si traduce in un crescente coinvolgimento dei gestori delle infrastrutture e delle aziende di trasporto che con Sistemi di Gestione della Sicurezza certificati dovranno programmare la manutenzione e il controllo dei rischi nella loro area di competenza. L’ANSFISA promuoverà una sicurezza proattiva e costante su questi processi".
Sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali
Dati ridotti, limitati e lacunosi su circa 800mila chilometri di rete stradale italiana, ovvero quella che fa capo a regioni, province, città metropolitane e comuni. È quanto emerge da una prima ricognizione condotta dalla Direzione generale per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali di ANSFISA. La stratificazione normativa, i frequenti passaggi di gestione e la vetustà delle opere rendono attualmente molto difficile avere dati certi sul perimetro della rete e sulle sue caratteristiche. Le ultime rilevazioni utili per il sistema viario comunale risalgono al 1999 e restituiscono una rete di circa 668mila chilometri di strade, mentre più di 135mila chilometri appartengono a province e regioni. Mancano anche le informazioni qualitative, fondamentali per la definizione di moderni Sistemi di Gestione della Sicurezza da parte dei gestori o dei proprietari. L’ANSFISA ha già avviato una prima grande ricognizione chiedendo il coinvolgimento degli enti locali nella rilevazione dei dati per la conoscenza della propria rete di competenza. Il prossimo passo dovrebbe essere la costituzione un moderno sistema di supervisione e monitoraggio della sicurezza delle infrastrutture. In questo ambito, va visto il lavoro di ANSFISA sulle linee guida per la certificazione dei Sistemi di Gestione della Sicurezza che verranno poste in consultazione a breve in un clima di collaborazione con i diversi stakeholder del settore. A conclusione della consultazione verranno emanate le Linee guida riportanti gli schemi dei SGS e per il riconoscimento, da parte dell’Agenzia, degli organismi per la loro certificazione. L’emanazione di queste linee guida consentirà il completamento del ciclo delle attività di vigilanza, con l’adozione delle procedure di supervisione e controllo nei vari settori di interesse stradale, del tutto compatibili con quelle già in essere nel settore ferroviario, nel perseguimento dell’obiettivo di un unico sistema procedurale indipendente dalla modalità di trasporto.
Sicurezza delle ferrovie
Nel 2020 gli incidenti sulla rete ferroviaria nazionale e regionale si attestano a 86, in crescita rispetto al 2019, ma inferiori alla media dell’ultimo quinquennio e tra i livelli più bassi registrati in Europa. Le vittime (morti e feriti gravi) sono complessivamente 70, di cui 64 sulla rete Rfi e 6 sulle ferrovie regionali interconnesse. È quanto emerge dalla rilevazione preliminare condotta dalla Direzione generale per la sicurezza delle ferrovie di ANSFISA. I dati consolidati saranno raccolti in un documento che per obbligo di legge l’Agenzia dovrà inviare entro il 30 settembre al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e all’Agenzia europea per le ferrovie.
Il 65% degli incidenti è ancora attribuibile a comportamenti errati di utenti e cittadini che si traducono in investimenti sui binari o presso i passaggi a livello. Questa tipologia nel 2020 conta 56 eventi e 58 vittime, di cui 37 decessi (su 43 totali) e 21 feriti gravi (su 27 totali). In questo ambito è necessario lavorare sull’educazione e sul rispetto delle regole in ambito ferroviario attraverso campagne di sensibilizzazione, già avviate negli anni scorsi, su cui ANSFISA intende investire anche in futuro. Circa il 28% degli incidenti sono riconducibili a fattore endogeni alla ferrovia, tra questi si segnala l’aumento degli errori nell’attuazione delle procedure, mentre rimangono costanti i valori della manutenzione. Spesso si tratta di una tipologia di eventi strettamente legata al fattore umano su cui la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture in generale deve lavorare affinché la safety venga intesa come dinamico avanzamento della prevenzione, anche sulla base delle risultanze di incidenti e inconvenienti, coadiuvata dallo sviluppo della Just Culture. L’ANSFISA, che ha già richiesto agli operatori ferroviari l’adozione del volontary report per le segnalazioni interne, è a favore di un intervento normativo che introduca anche in Italia la definizione del rischio accettabile secondo il modello ALARP (As Low As Reasonably Practicable) con l’obiettivo di favorire un modello organizzativo in cui l’informazione sull’inconveniente non viene criminalizzata, ma diventa un dato prezioso da cui partire per rendere la prevenzione più efficace.