12/03/2009

Porti: l’ICI non passerà

Alcuni Comuni italiani stanno cercando di assoggettare all’ICI le aree portuali al fine di massimizzare le proprie entrate. Una decisione in parte spiegabile con la situazione di gravi carenze di risorse  in cui versa la finanza degli enti locali, ma è tuttavia inaccettabile che a farne le spese siano le imprese più esposte alla concorrenza internazionale, tanto più in un momento di congiuntura globale critica come quella attuale. Come peraltro indicato dall’Agenzia del Territorio, la normativa sull’ICI non riguarda e non si applica alle aree o ai piazzali portuali, essendo stata concepita per fabbricati ed edifici. Né è pensabile che aree e piazzali portuali di così vaste dimensioni rispetto alle quelle medie degli immobili gravati dall’ICI, siano considerati assoggettabili a tale imposta, quando in realtà le aree stesse vengono date al concessionario ai fini dello stoccaggio temporaneo di merci per consentire anche lo svolgimento delle funzioni delle Dogane. Se poi dall’erronea interpretazione intesa a estendere l’ICI anche alle aree e piazzali portuali discendesse addirittura pure la pretesa di corrispondere l’imposta retroattivamente, l’effetto sarebbe devastante e metterebbe a rischio la sopravvivenza di molte imprese, con la conseguente cancellazione di migliaia di posti di lavoro. Le Associazioni di rappresentanza del settore, compresa Assologistica, auspicano che i ministri competenti intervengano adeguatamente perchè tutti si mantengano entro i limiti dettati dalla legge.
 
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