22/04/2009

Piano di emergenza per i porti liguri

Un piano di emergenza per i porti liguri e quindi per la macroregione logistica del nord ovest di cui gli scali dell’alto Tirreno rappresentano la componente strategicamente più importante.  E’ questo il segnale scaturito dal convegno promosso da Ligurian Ports a Milano e che ha evidenziato i gravissimi rischi che incombono su un sistema Italia, incapace di sfruttare le opportunità della crisi per ridisegnare il suo assetto operativo e normativo e colmare così il gap competitivo che proprio le carenze logistiche tendono sempre più a dilatare nei confronti degli altri paesi comunitari. I tre presidenti dei porti liguri, Genova, La Spezia e Savona non hanno rivolto il consueto appello al governo, ma hanno evidenziato con forza l’urgenza di intervenire immediatamente, prima che sia troppo tardi, anche con strumenti normativi e finanziari nuovi. Questi i punti di quello che è stato definito da alcuni il piano Marshall per i porti dell’Alto Tirreno: dogane unificate e potenziate, operative 24 ore al giorno e finanziate attraverso una minima parte del gettito fiscale che lo Stato introita attraverso i porti; ferrovie organizzate in una società unica di sistema per i porti dell’Alto Tirreno che garantisca efficienza e rapidi smistamenti da e per i porti e gli interporti; una moratoria giudiziaria per garantire l’accelerazione delle opere e scongiurarne la sospensione dei lavori da parte dei Tribunali amministrativi (questa sola norma consentirebbe a Genova di sbloccare da subito investimenti già in cassa per 500 milioni di euro); l’immediato varo di norme che consentano di coinvolgere i privati nella realizzazione di nuove infrastrutture. 
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