28/02/2017

Paolo Costa lascia la presidenza dell'AP di Venezia

"I risultati che abbiamo raggiunto in questi otto anni sono troppo belli per essere raccontati, senza dimostrazione di supponenza: diciamo che sono stato fortunato". Sono state queste le parole (alla conferenza stampa di fine mandato) con le quali presidente uscente dell'Autorità portuale di Venezia, Paolo Costa, ha sintetizzato la sua presidenza. Nel lungo discorso, Costa ha ringraziato molte persone, dal team dell'Autorità portuale (91 lavoratori diretti e 80 nelle controllate) agli operatori portuali e a tutti a coloro che hanno accettato la nuova "rivoluzione portocentrica dei mercati". 



Gli obiettivi raggiunti e no dalla gestione Costa
Sulla gestione degli otto anni, Costa ha spiegato: "abbiamo approfittato della crisi, cercando di capire i punti deboli e quali i punti forti su cui puntare una volta che la crisi sarà finita. Ad esempio, a Porto Marghera abbiamo cercato di reinventare queste aree per riposizionarci su settori competitivi. Tutto questo lo abbiamo fatto risolvendo i due nodi della difficoltà di ingresso delle navi e della difficoltà di uscita delle merci, impiegando risorse ingenti con investimenti anticiclici. Oggi abbiamo un sistema efficiente, in cui, ad esempio, anche se nessuno lo sottolinea a livello governativo, nel 2016 abbiamo visto uscire tanti treni quasi quanti Trieste, ma con un +46% e ulteriori capacità di crescita. Da un lato lascio un progetto completo e coerente, in base al quale bisogna decidere, guardando al 2030, quali siano gli obiettivi massimi raggiungibili per container, ro-ro, rinfuse e, solo infine, perché abbiamo un potenziale di mercato altissimo e quindi c'è poco da fare, crociere. E poi lasciamo dei dossier aperti, su questioni che avrebbero dovuto essere chiuse da tempo, ma che continuano ad andare su e giù, per incapacità di decidere e sottorappresentazione dei problemi di Venezia rispetto al Governo, visto che mettendo insieme il fatto che siamo il porto più vicino al Brennero e il punto più vicino al centro Europa per l'Oriente, siamo il punto di interscambio di maggior convenienza sulla Via della seta". 


I dossier ancora aperti secondo il presidente uscente dell'AP
Tra i dossier aperti di cui parla Costa ci sono il terminal offshore Voops (rispetto al quale "Venezia, Trieste e Capodistria devono ragionare insieme, nell'ottica delle potenzialità dell'Alto Adriatico", ha detto Cosa), la soluzione del passaggio delle crociere in Bacino San Marco, il tema del mercato ro-ro con la Turchia (prevede un privilegio per Trieste in base ad un decreto ministeriale del 1980) e quello della conca di navigazione. 

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