23/07/2008

Ocse: i biocarburanti non convengono. Meglio il risparmio energetico

I biocarburanti costano troppo e contribuiscono poco alla riduzione dei gas serra: meglio promuovere il risparmio energetico, soprattutto nel settore dei trasporti. E' questo il parere sui biocombustibili espresso dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) in un rapporto dal titolo "Valutazione economica delle politiche sui biocarburanti". "Il sostegno pubblico dei Governi per la produzione dei biocarburanti è costoso - spiega l'Ocse - ha un limitato impatto nella riduzione dei gas serra e nel miglioramento della sicurezza energetica e ha una forte ripercussione sui prezzi dei generi alimentari nel mondo". Per questo, spiega l'Organizzazione, "i biocarburanti sono eccessivamente dipendenti dai fondi pubblici per essere praticabili". Si calcola che per Stati Uniti, Canada e Unione europea la spesa per il sostegno dei biocarburanti crescerà intorno ai 25 miliardi di dollari l'anno entro il 2015, a fronte degli 11 miliardi spesi nel 2006, e che il sostegno ai biocarburanti costa dai 960 ai 1.700 dollari a tonnellata di gas serra evitati. Un sistema troppo costoso soprattutto se si esaminano i benefici prodotti: si eviterebbe una quota pari a meno dell'1% delle emissioni prodotte dai trasporti nel 2015. E poiché il primo obiettivo dell'uso dei combustibili 'verdi' è quello di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, l'Ocse avverte che i risultati sono troppo risicati. Mentre l'etanolo prodotto in Brasile dalla canna da zucchero taglia le emissioni di gas a effetto serra dell'80% circa, i biocarburanti ottenuto da altre materie prodotti in Stati Uniti, Canada e Ue ottengono un risultato decisamente inferiore. Per questo l'Ocse sollecita i Governi a promuovere politiche per la promozione del risparmio energetico e anche a sostenere l'uso dei cosiddetti biocombustibili di seconda generazione, che non richiedono l'uso di scarti alimentari.(23/7/2008)

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