Snellimento delle procedure e riduzione dei tempi, da tre anni a otto mesi, dell’iter approvativo del contratto di programma (CdP) con Rete Ferroviaria Italiana (Rfi); maggiore rilevanza all’indirizzo che viene dato dal Parlamento e dalla conferenza unificata, che si esprimono su un documento strategico quinquennale (con aggiornamento dopo un triennio) a cui il contratto di programma deve attenersi.
Questi i punti sottolineati dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, nel corso dell’audizione nella commissione Trasporti della Camera, sul documento strategico ferroviario la cui finalità è quella di individuare le esigenze di mobilità dei passeggeri e delle merci e il fabbisogno per la gestione e il rafforzamento della manutenzione della rete e i criteri di valutazione della sostenibilità ambientale, economica e sociale degli interventi necessari a garantire la sicurezza e la resilienza dell’infrastruttura ferroviaria.
A questo proposito Giovannini ha fornito i dati aggiornati sulle risorse per infrastrutture e mobilità sostenibili e nello specifico per il settore ferroviario definite negli ultimi 12 mesi, considerando il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il Piano complementare, la legge di bilancio per il 2022 e la delibera del Cipess del 15 febbraio 2022 sull’anticipazione di 6,3 miliardi di euro del Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027 per opere infrastrutturali di mobilità. Per i prossimi anni gli investimenti di competenza del Mims ammontano a oltre 103 miliardi di euro di cui 54,8 miliardi attengono a interventi nel settore ferroviario.
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