23/06/2008

Nodi e snodi del sistema logistico: uno studio di Freight Leader Council

L'Italia è solo al 22° posto per la funzionalità logistica secondo un recente rapporto della Banca Mondiale: un posizionamento che pone pesanti interrogativi sul nostro sistema, penalizzandone la competitività sui mercati internazionali. Alla radice dell’attuale situazione c’è una serie di problematiche e di criticità, che il Freight Leader Council ha cercato di mettere a fuoco con il suo 18° quaderno, dal titolo: “Nodi e Snodi del sistema logistico italiano - Le carenze operative e infrastrutturali: quali rimedi e quali attori”. L’indagine, realizzata attraverso questionari distribuiti alle aziende che aderiscono all’associazione, cerca di individuare prima le “problematiche” e poi le “criticità operative” del settore logistico. Le prime sono divise in due grandi ordini: le problematiche di “connettività” (quelle riguardanti le relazioni tra i soggetti pubblici e privati della logistica) e quelle “culturali” (dalla formazione al trade-off costi-benefici).
Il nodo principale è la mancanza di sincronismo tra i vari processi della supply chain, che ostacola la fluidità del sistema logistico: le partnership vanno rafforzate attraverso un costante scambio non solo delle informazioni, ma anche delle previsioni, in modo da creare benefici per tutti i contraenti: “Più collaborazione e meno competizione” o, meglio, “competere collaborando”; l’outsourcing va trasformato in cosourcing, inteso non come pura terziarizzazione operativa, ma come rapporto integrato fra committente e fornitore; l’Information Techonology deve diventare uno strumento operativo efficace, attraverso un linguaggio comune, una comunicazione più rapida, una trasmissione in tempo reale di dati e informazioni (superando pertanto le resistenze degli utenti, ancora «gelosi» dei propri dati); lo snellimento delle operazioni doganali va realizzato concentrandole il più possibile in un solo momento, nello stesso luogo e con il minor numero di persone. Il problema è rilevante, a fronte di un sistema che manifesta carenze di organico, resistenze sindacali, eccesso di segmentazione delle competenze e di burocratizzazione, assenza di coordinamento negli orari, onerosità di tempi e di risorse e nonostante un miglioramento determinato negli ultimi anni dall’impiego delle tecnologie.
Le resistenze culturali al cambiamento, all’innovazione e al trasferimento della conoscenza costituiscono un freno formidabile alla fluidificazione della supply chain. Per superarle, si propone: una formazione aziendale tesa a favorire il trasferimento del know how individuale, anche attraverso programmi d’incentivazione: una maggiore attenzione al trade-off costi-benefici, riuscendo a comprendere che non sempre il minor costo corrisponde al maggior beneficio, in una fase in cui la logistica si è trasformata da attività di costo a attività generatrice di valore.
Delineato il quadro generale, è più semplice mettere a fuoco quelle che, nella ricerca, si sono rivelate le principali «criticità operative»: le aste on-line, nelle quali la tendenza ad inserire le situazioni di maggiore criticità finisce per generare, a fronte di costi più contenuti, disservizi per il cliente; le operazioni di carico e scarico, che costituiscono un punto doloroso d’inefficienza organizzativa, che può essere risolto, almeno in parte, con la creazione di un’area di stand-by, capace di accorciare i picchi e le valli di arrivo della merce; la gestione di fine mese che andrebbe «spalmata» nell’arco dei trenta giorni, anziché concentrarsi intorno a poche scadenze che creano ulteriori colli di bottiglia; il “sistema Paese”, che ripropone a tutti i livelli gran parte dei problemi lamentati per le dogane: burocratizzazione esasperata, frammentazione delle competenze, ridondanze procedurali; l’azione politica che, sollecitata dall’imprenditoria italiana, deve farsi carico di dare soluzioni efficaci a tali problemi, sia per lo snellimento dei processi statali che impattano sul mondo logistico, sia per ridurre la frammentazione delle competenze pubbliche nel settore che determina un appesantimento dei processi e dei tempi decisionali. (23/6/2008)

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