16/11/2022

Niente crisi per mercato mondiale dei beni di lusso

Il 2022 è stato un anno record per il mercato mondiale del lusso che supera ampiamente i livelli pre covid-19. E’ quanto emerge dall’analisi dell’osservatorio Altagamma sui beni di lusso, secondo il quale anche per il 2023 si prevede ancora una crescita solida, malgrado l’incertezza macroeconomica. L’aumento dei costi energetici, l’inflazione crescente, la carenza di materie prime, le tensioni geopolitiche e il calo del potere d’acquisto di alcune fasce di consumatori incideranno parzialmente sulle performance.

 

 

Così il trend nel lusso nei singoli mercati mondiali

Ecco nel dettaglio quanto emerge dallo studio: In Europa gli acquisti dei turisti internazionali compenseranno la più debole domanda interna e avranno un impatto positivo sul mercato, in crescita del 5%. I turisti saranno soprattutto americani, grazie al cambio euro-dollaro favorevole, ma anche arabi. Per gli Stati Uniti, anche grazie allo sviluppo di nuove aree suburbane e la domanda interna più forte che in Europa, si prevede una crescita del 5%. America Latina e Giappone si attesteranno su +6%: sono mercati che presentano interessanti potenzialità di crescita grazie allo sviluppo, al di là delle capitali, di città importanti trainate dallo sviluppo immobiliare, dove è presente una clientela alla ricerca di prodotti emozionali. Per Cina e Asia le stime sono più difficili per via delle politiche di contenimento del covid-19 che potrebbero portare effetti imprevisti. Si prevede una generale riapertura e un effetto rebound dei consumi interni, con una stima di crescita del 9%. La Cina sul lungo periodo resta il più grande mercato del lusso, trainato dalla prosperità della classe media, dalle nuove generazioni e dallo sviluppo di nuovi poli. Per il Middle East si prevede un ottimo +7%: aree come gli Emirati Arabi Uniti (ma anche la Turchia) - che non hanno imposto sanzioni - si stanno avvantaggiando dei consumi dei russi.

 

 


Consumatori cinesi “best performer" nel 2023

La situazione macro economica mondiale favorirà la polarizzazione tra fasce più e meno abbienti della popolazione. La classe media soffre, ad esclusione di quella cinese che - grazie alle politiche di “common prosperity" attuate dal Governo - tenderà a rafforzarsi e a trainare i consumi. Anche se con un livello inferiore agli anni pre covid-19, i consumatori cinesi saranno i best performer nel 2023 con un +10%. L’incertezza sulle politiche di contenimento Covid-19 non sembra poter durare a lungo e il mercato vedrà gradualmente un’apertura. I personal luxury goods sono stimati con forti crescite rispetto al design furniture accentuato durante la pandemia. L’effetto rebound dei consumi non sarà solo per i cinesi, ma per i consumatori asiatici in generale che vedranno un incremento dell’8%. Meno brillanti, ma sempre solidi, i consumi dei giapponesi (+4,5%) Si attesteranno a +5% i consumi degli americani che, grazie al cambio favorevole dollaro – euro, viaggeranno ed acquisteranno maggiormente in Europa. In USA i consumatori di fascia alta sono meno influenzati dagli aumenti dei costi, grazie ad un mercato del lavoro più forte.  Cauto lo spending europeo che si attesterà sul +4%: l’aumento dell’inflazione e dei costi inciderà notevolmente sui consumi, in particolare di beni voluttuari. La crisi Russia – Ucraina e l’inflazione peseranno maggiormente sul consumatore che guarda con minore fiducia al domani.

 


 

 

Canali distributivi: il retail fisico ritrova brillantezza

Per quanto concerne il sistema distributivo si assisterà ad aumenti più elevati nel canale retail, sia fisico che digitale, che permette un rapporto diretto con i consumatori e un controllo maggiore di tutti i touchpoint, consentendo ai brand di rafforzare una strategia omnichannel. Il retail fisico resta cruciale per l’alto di gamma e ritrova brillantezza dopo le crescite rilevanti del digitale durante covid-19 che vanno, per alcune categorie, attenuandosi. Il retail digitale continuerà la sua espansione, anche se con performance meno brillanti rispetto agli anni precedenti quando si è assistito a un raddoppio delle vendite online. Per il 2023 si prevede una crescita del +8%. I negozi fisici segnano un +7% e continuano ad essere rilevanti per il comparto grazie ad approcci sempre più personalizzati e phygital, che migliorano il coinvolgimento del consumatore. Molti brand del lusso stanno ampliando la propria rete retail in città “secondarie" e territori nuovi che si stanno sviluppando nei mercati in espansione (ad esempio in USA e negli Emirati Arabi).

La media wholesale fisico +3,5% resta meno spiccata di quella del wholesale digitale +5,5%, anche se i wholesaler di alta gamma hanno ritrovato dinamismo e slancio innovativo.

 

 

 

Gli accessori al vertice della classifica dei prodotti più venduti

La ripartenza e l’incremento dei flussi turistici a livello mondiale, la riapertura graduale della Cina e il rebound dei consumi compenseranno l’aumento dell’inflazione e la situazione di incertezza che si prospetta nel 2023.In generale le categorie di prodotto vedranno un solido aumento dei volumi di vendita che non viene scalfito dagli aumenti pur significativi dei prezzi. Crescite solide a valore, dunque. Anche per il 2023 si riconferma la leadership degli accessori che continuano nel loro trend positivo: +8,5% per la pelletteria e +7% per le calzature. I prodotti entry price soffrono e la domanda è più debole per i prodotti aspirazionali.

L’abbigliamento e la cosmesi rimangono stabili con il primo a +6% con la ripresa di un abbigliamento meno casual e la cosmesi a +5,5% con ottime performance dei profumi. La cosmesi in particolare si stabilizza ed è trainata dall’Asia, mentre l’abbigliamento vedrà una netta contrapposizione tra accessibile e luxury. L’hard luxury proseguirà con il trend positivo specie nella gioielleria, con un +8%: il gioiello rimane un bene rifugio e di investimento. “More is more" per i gioielli con ricerca di prodotti super top, brandizzati e iconici. Stabile infine la crescita degli orologi che segneranno un +5% proseguendo nel rafforzamento del “fatto a mano" o nella ricerca del pezzo unico. Orologi iconici difficili da reperire e, come i gioielli, percepiti ancor più come un investimento.

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