02/02/2015

Network TEN-T, i nove studi della Ue

La Commissione Europea ha pubblicato 9 studi (http://ec.europa.eu/transport/themes/infrastructure/ten-t-guidelines/corridors/corridor-studies_en.htm) grazie ai quali vengono individuate priorità ed esigenze di sviluppo di ognuno dei corridoi del network TEN-T. Il valore complessivo degli investimenti necessari per ottimizzare le infrastrutture ammonta a circa 700 miliardi di euro da oggi al 2030. Per la prima volta, ha sottolineato la stessa Commissione, decine di migliaia di chilometri di infrastrutture (strade, ferrovie, idrovie, porti, terminal) sono state analizzate insieme e con una metodologia comune. In pratica ogni corridoio è stato analizzato da un gruppo di consulenti esterni, sotto la guida di un coordinatore, identificando problematiche e azioni da intraprendere entro il 2030 (tra cui soppressione dei colli di bottiglia e aumento dell’interoperabilità, in particolare ferroviaria).
I risultati di tali analisi saranno presi in considerazione al momento di decidere l’allocazione dei fondi Ue per il periodo 2014-2030 e in particolare per lo European investment plan (noto come piano Junker), che include investimenti per 315 miliardi di euro.

In quest’ottica, la Commissione ha incaricato inoltre un team composto dall’ex vice presidente della Commissione Henning Christophersen e da Kurt Bodewig e Carlo Secchi (rispettivamente coordinatori del corridoio Baltico-Adriatico e di quello atlantico), chiedendo loro di identificare i progetti meritevoli di essere finanziati; tale team ha già elaborato un report preliminare presentato lo scorso dicembre al Consiglio dei ministri dei trasporti UE.
Le fila dell’analisi saranno tirate in primavera, quando ogni coordinatore europeo presenterà per il proprio corridoio un piano di lavoro a Parlamento europeo, Consiglio e Commissione, che fungerà da guida allo sviluppo dello stesso corridoio. Nello stesso periodo anche il team Christophersen – Bodewig –Secchi presenterà il proprio rapporto finale. 

Sono 4 i progetti che interessano l’Italia. Si tratta dello Scandinavia-Mediterraneo (unisce la Finlandia a Malta passando per la Sicilia, dove il principale collo di bottiglia che riguarda l’Italia è il tunnel del Brennero tra Monaco e Verona) del Baltico-Adriatico (va dalla Polonia all’Italia fino a Trieste e Ravenna, non ha interconnessioni chiave mancanti sul versante italiano dove la linea Pontebbana Udine-Tarvisio è esempio positivo di miglioramento infrastrutturale) del Reno-Alpi (dalla Germania arriva in Italia e implica la costruzione del terzo Valico tra Genova e Piemonte, in cui vanno anche migliorate le connessioni ai tunnel svizzeri) del Mediterraneo (unisce il Portogallo all’Ungheria e prevede la realizzazione anche della tanto contestata Tav tra Torino e Lione).

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