10/06/2013

Mancata segnalazione di lavori in corso: comune e ditta condannati a risarcire

In seguito a un incidente stradale che ha causato un’invalidità permanente, il Comune di Meldola (Forlì-Cesena) è stato condannato in primo grado a un risarcimento di oltre 3.500.00 di euro e in secondo grado, su ricorso dello stesso, a un risarcimento di 9.000.000 di euro immediatamente esecutivi ed è stata condannata anche l’impresa esecutrice dei lavori, per la segnaletica carente e inadeguata. L’incidente, avvenuto nel 2001 sulla strada San Lorenzo-Fiordinano, che ha causato la paralisi di Gabriele Petrungaro oggi trentaquattrenne, fu dovuto allo sbandamento dell’auto sul ghiaino che non era segnalato come avrebbe dovuto per lavori in corso di rifacimento del manto stradale, dunque «non distinguibile dal resto della carreggiata». Per quell’incidente sono stati ritenuti responsabili sia I'amministrazione di Meldola sia la ditta esecutrice dei lavori. Naturalmente c’è la possibilità del ricorso in Cassazione anche se il verdetto è immediatamente esecutivo. “Il caso del comune di Meldola è emblematico per descrivere lo stato di abbandono in cui versano oggi le strade in Italia - ha dichiarato Paolo Mazzoni, responsabile dei rapporti istituzionali di Assosegnaletica-Confindustria - Da circa dieci anni la sicurezza stradale in Italia è uno dei temi più discussi sia in Parlamento che in altre sedi non istituzionali, ma di fatto in concreto si è tentato di intervenire solo sull'inasprimento delle sanzioni a carico dei conducenti e sulle revisioni dei veicoli. Uno degli elementi di sicurezza più trascurato è proprio la segnaletica stradale, che ha raggiunto su base nazionale percentuali di difformità dal Codice della strada oramai superiori al 50% (un cartello su due è fuori norma) soprattutto nell'ambito della segnaletica cantieristica, che per la sua caratteristica di temporaneità dovrebbe essere sempre presente ed efficiente. In un Paese in cui è sempre difficile individuare un responsabile, a nostro parere, bene ha fatto il Giudice a condannare sia il comune committente e sia l'impresa esecutrice dei lavori per quanto accaduto. La legge parla chiaro: l'ente proprietario della strada è il custode della nostra sicurezza e deve rispondere per quelle che sono le sue competenze e responsabilità. Inoltre c'è da sottolineare come in questi ultimi anni di crisi economica la scarsezza di risorse finanziarie abbia acuito ancor di più il rischio della mobilità. Si spera solo che l'attuale governo possa emanare urgentemente il tanto atteso decreto attuativo della legge 120 del Luglio del 2010 che prevede un impiego specifico dei proventi contravvenzionali al fine di migliorare la sicurezza stradale".
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