Magna Pars, due parole latine difficilmente traducibili in italiano, ma che nella nostra lingua possono suonare più o meno come riferite a chi è organizzatore o esecutore di qualcosa in senso positivo e innovativo. Quasi un’attribuzione subliminale al settore della logistica, soggetto e frutto primario di discussione ben "presente" fra i protagonisti dell’incontro – che si è tenuto appunto al centro Magna Pars di Milano – organizzato da Ibc, l’Associazione Nazionale dei Beni di Consumo, e dedicato a “Il contesto di riferimento e le prospettive del largo consumo”.
Le priorità delle Industrie Beni di Consumo
Prospettive, come ha affermato il presidente di Ibc Flavio Ferretti all’apertura dei lavori, che si inseriscono in un situazione congiunturale complessa, visto che “difesa della qualità, attenzione ai costi, tutela della marginalità e mantenimento dei livelli occupazionali sono aspetti che riteniamo fondamentali per la tenuta del tessuto produttivo”, in un quadro generale che delinea da una parte la volatilità dei costi dovuta all’incertezza della situazione geopolitico-economica e la debolezza del potere d’acquisto delle famiglie, dall’altra la difesa dei margini e l’esigenza di continuare a investire nella digitalizzazione e nello sviluppo sostenibile.
Analisi dei gap che frenano gli investimenti settoriali
Uno scenario non facile quello in cui operano le oltre 35mila industrie aderenti all’associazione. Inoltre, ha proseguito Ferretti, “la politica restrittiva della Banca Centrale Europea penalizza i piani d’investimento delle nostre aziende”, per questo occorrono “interventi mirati che potrebbero contribuire alla riduzione dei costi a beneficio dell’intera filiera”. Si tratta di azioni individuate sulla base di una gap analysis svolta dal Politecnico di Milano e condivise in collaborazione con Assologistica, ripartite in tre ampi capitoli d’intervento che riguardano le normative (semplificazione urgente degli iter autorizzativi per la realizzazione di nuove infrastrutture logistiche e dei processi doganali, l’armonizzazione delle normative locali e la semplificazione dei processi doganali e l’evoluzione dei contratti di lavoro), la digitalizzazione (con tutti gli aspetti evolutivi che se ne ricaverebbero in termini di trasparenza e accelerazione per favorire la flessibilità, le assunzioni e garantire il pieno rispetto delle regole a tutela dei lavoratori) e l’ottimizzazione e il miglioramento del settore logistico nel suo complesso.
Scenari internazionali e interni
All’incontro hanno partecipato figure di altissimo profilo, perfette per fornire una radiografia d’insieme riferita alle problematiche specifiche del settore. Fra questi Marta Dassù (senior advisor for European affairs di The Aspen Institute) e Veronica De Romanis (docente di European Economics all’Università Luiss) che hanno illustrato la situazione geopolitica ed economica alla luce delle situazioni di crisi globali, in un periodo caratterizzato da scenari di guerra che stanno creando problemi di grande impatto a livello planetario. Invece, la dinamica della domanda interna è stata analizzata da Angelo Massaro (amministratore delegato di Circana), mentre Damiano Frosi (direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano) si è soffermato sui trend generali del comparto e sui possibili fronti di intervento necessari per procedere celermente a un rafforzamento della logistica, necessario per restare al passo con i tempi e procedere a uno sviluppo complessivo del settore, con una particolare attenzione alla sostenibilità e agli aspetti green.
Per Assologistica fondamentale la collaborazione con le Istituzioni
La parte finale dei lavori è stata dedicata a un dibattito cui ha partecipato il vicepresidente di Assologistica, Renzo Sartori, che ha ulteriormente sottolineato l’importanza di lavorare in sinergia all’interno della filiera tra produzione, logistica e distribuzione. Tra i temi caldi, ha evidenziato Sartori, sono da tenere in grande considerazione l’innovazione tecnologica e – appunto - la sostenibilità, aspetti che “hanno entrambi bisogno di grandi investimenti che le aziende di logistica, spesso frenate da bassa marginalità e di medie piccole dimensioni, attualmente non sono in grado di sostenere”. È anche di grande importanza, secondo il vicepresidente di Assologistica “il tema della gestione dei rischi e della semplificazione normativa, necessarie per riuscire ad operare in maniera efficiente e in contesto di totale trasparenza”. Per raggiungere questi obiettivi, ha sottolineato ancora l'ing. Sartori “l’unico metodo possibile e auspicabile è la sempre più fattiva collaborazione con le istituzioni, un lavoro sinergico che si è rivelato ultimamente fondamentale, ad esempio, per implementare e mettere a punto i nuovi strumenti legislativi per la gestione dei pallet, uno strumento essenziale nel nostro settore. Con l’avvento della pandemia i costi di un singolo elemento del genere sono triplicati, passando dagli 8 euro di tre anni fa ai circa 25 attuali. Se non si fosse proceduto a una regolamentazione di questa vera e propria distonia economica, a lungo andare l’impatto economico sulla filiera logistica avrebbe prodotto effetti ulteriormente devastanti. Si è trattato di un piccolo-grande esempio di collaborazione rispetto alle nostre difficoltà che fa ben sperare in un futuro prossimo foriero di ulteriore attenzione da parte del mondo della politica nel suo complesso, finora troppo spesso disattesa”.
di Tiziano Marelli