Nel suo discorso d’insediamento come 47° presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha annunciato politiche che avranno un forte impatto sul trasporto marittimo e sull’economia globale. Tra le sue priorità spiccano il controllo del Canale di Panama, il rinominare il Golfo del Messico in Golfo d’America, l’uscita dall’Accordo sul clima di Parigi e l’introduzione di dazi per sostenere l’economia statunitense. Trump ha promesso nuove trivellazioni di petrolio e gas naturale, dichiarando un’emergenza energetica nazionale per finanziare l'espansione militare americana.
Per il Canale di Panama, Trump ha affermato che gli Stati Uniti dovrebbero riprenderne il controllo, criticando la presenza cinese nella gestione di due porti adiacenti al canale. Questa dichiarazione ha spinto le autorità panamensi a ribadire la sovranità del paese sul canale e ad avviare un audit sul gruppo cinese Hutchison Ports, che gestisce le infrastrutture in questione.
Trump ha anche firmato un ordine per ritirare gli Stati Uniti dall’Accordo sul clima di Parigi, opponendosi alle politiche ecologiche come il Green New Deal e proponendo un massiccio sfruttamento delle risorse fossili. Sul fronte commerciale, ha promesso dazi significativi sulle importazioni globali, con tariffe fino al 60% per i beni provenienti dalla Cina, per ridurre il deficit commerciale statunitense. Ha inoltre preannunciato la creazione di un nuovo ente governativo per gestire i dazi e ha minacciato ulteriori sovrattasse sulle importazioni da Canada e Messico se non fermeranno il traffico di immigrati e droghe illegali.
Infine, un memorandum sul commercio, previsto per lunedì, delineerà ulteriori misure contro i partner commerciali, accentuando il protezionismo economico e le tensioni geopolitiche. Le azioni di Trump rappresentano una svolta radicale nella politica economica ed estera degli Stati Uniti, con dunque ovvie implicazioni rilevanti per il commercio e la diplomazia internazionale.