16/11/2012

La ripresa per il mercato retail in Europa si fa ancora attendere

L’economia dell’UE continua ad arrancare, mentre la crisi comincia ad impattare anche paesi fino a questo momento non coinvolti, come la Francia e la Germania. Inoltre le ultime notizie relative ad un rallentamento dell’economia cinese non sono confortanti. Nel terzo trimestre la fiducia dei consumatori europei è crollata ai minimi dall’inizio della crisi nell’Eurozona, riflettendosi in una previsione di crescita fortemente polarizzata delle vendite retail per il 2012. “Nonostante le sconfortanti condizioni economiche - commenta Camilla Bastoni, head of Development and Regeneration Advisory and Research di Jones Lang LaSalle - i mercati finanziari appaiono in certa misura rassicurati dal Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), operativo dall’8 Ottobre, e dalle politiche del governo Monti. La spending review e il disegno di Legge di Stabilità avranno senza dubbio impatti depressivi sui fondamentali del retail, ma contemporaneamente renderanno anche più credibile l’economia italiana agli occhi degli investitori internazionali." L’outlook, tuttavia, resta negativo su tutti i principali indicatori macroeconomici per l’ultimo trimestre 2012. Per quanto riguarda il resto dell’Europa, solo per Russia, la Turchia, i paesi scandinavi, baltici e gran parte dell’Europa centro orientale esistono aspettative di una crescita significativa nel medio periodo. I marchi forti e del lusso continuano, nonostante tutto, ad ottenere performance positive in Europa, Italia inclusa. “La domanda dei retailer - afferma Simone Burasanis, Head of Retail Agency di Jones Lang LaSalle - si concentra su prodotti prime e high street, in linea con le tendenze alla polarizzazione che si riscontrano nella zona EMEA. La scarsa disponibilità di spazio può rappresentare una minaccia all’ampiezza dell’offerta retail italiana, tanto più che non si sono completati sviluppi di retail moderno nel terzo trimestre, sebbene alcuni progetti siano stati inaugurati all’inizio del quarto trimestre. La limitata pipeline sta sostenendo i canoni prime, che non sono, tuttavia, in risalita e per cui non si prevede che una limitata crescita nel breve/medio periodo." I canoni prime netti e i canoni prime sono ancora stabili per i centri commerciali, anche alla luce della scarsa attività del mercato, ma si nota una tendenza al rialzo entro la fine dell’anno. Retail park e l’high street hanno invece visto una crescita dei canoni netti prime di 25 punti base, riflettendo, da un lato, le continue difficoltà affrontate dagli investitori nell’accesso al credito, e dall’altro, la generale incertezza economica che blocca gli investitori. Sul tema degli investimenti, Davide Dalmiglio, Head of Retail Capital Markets di Jones Lang LaSalle commenta: “L’interesse degli investitori nell’high street e nei centri commerciali prime non é completamente scomparso, ma resta molto cauto. Il rischio paese, che viene distintamente percepito, coinvolge tuttora i potenziali prezzi di offerta anche per i centri dalle prestazioni migliori. Questo fenomeno è associato ai cambiamenti legislativi e ai potenziali effetti retroattivi delle misure fiscali ed i possibili effetti sui valori. Tutto questo porterà i potenziali investitori ad attendersi un abbassamento dei prezzi, ed oggi ci aspettiamo che i venditori inizieranno a prenderne nota. Su una nota più positiva, tuttavia, le strutture di affitto di ramo d’azienda stanno cominciando ad essere adottate sempre più frequentemente anche nel segmento high street, rendendo quest’ultimo più attraente nei confronti dei nuovi (ed internazionali) investitori."
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