06/11/2012

La logistica in conto terzi vale 74 miliardi di euro nel nostro Paese

Si è svolto ieri pomeriggio presso l'Aula Carlo De Carli del Politecnico di Milano il convegno “Outsourcing della Logistica: le potenzialità di crescita e innovazione" di presentazione della Ricerca 2012 dell'Osservatorio Contract Logistics (www.contractlogistics.it), promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net)*, in collaborazione con Assologistica. Lo studio evidenzia un fatturato complessivo per le aziende italiane di logistica conto terzi (trasporti aereo e navale esclusi) pari a 73,7 miliardi di euro nel 2010, con un incremento in termini reali del 2% rispetto al 2009. Il dato conferma una ripresa del mercato, seppur parziale, legata alla ripresa del PIL italiano (+0,7%) e all’aumento significativo delle esportazioni (+14,1%). Ma il settore si muove verso una maggiore concentrazione, testimoniata dalla riduzione del 4,8% nel numero complessivo di aziende (circa 5mila in meno, passate da 114.491 a 108.967 nel 2010). Si tratta principalmente di piccoli autotrasportatori, i cosiddetti “padroncini", che evidenziano un calo di 5.579 operatori (-6,2%), e di operatori logistici (- 14,2%). Il processo di concentrazione del settore è evidenziato anche dalla crescita della dimensione delle aziende (+9% il fatturato medio).
Per il 2011, l'Osservatorio Contract Logistics prevede un'ulteriore crescita del fatturato in termini reali pari al 2%, grazie alla ripresa del PIL (+1,7%) e alla crescita delle esportazioni (+11,4%). Mentre per il 2012 e 2013 il quadro evidenzia una situazione di stabilità (riduzione del fatturato dello 0,3% nel 2012 e crescita del 2% nel 2013), legata alla difficile situazione economica, solo in parte compensata da maggiori servizi logistici a supporto delle esportazioni. Si prevede un periodo in cui i volumi gestiti non aumenteranno, aggravando le difficoltà delle aziende del settore, soprattutto di quelle più piccole che non sono riuscite a fare il “salto dimensionale". Il valore del mercato italiano della Contract Logistics (calcolato depurando dal valore degli scambi interni alla filiera il fatturato complessivo) risulta pari a 40 miliardi di euro nel 2010, con un incremento del +3,3% rispetto al 2009. Il grado di terziarizzazione (ovvero il rapporto tra il valore della Contract Logistics e i costi della logistica in Italia) è pari al 37%, sostanzialmente invariato rispetto al 2009. Il valore del mercato italiano dei servizi di outsourcing strategico (la strategic contract logistics) è pari a 7,7 miliardi di euro nel 2010 e cresce in linea con il mercato complessivo (+3,1% rispetto al 2009). Si conferma quindi - a livello aggregato - come l’approccio dominante nelle relazioni di outsourcing della logistica sia il Commodity Outsourcing. Negli anni 2010 e 2011 il costo dei principali fattori produttivi della logistica è aumentato. La crescita più rilevante ha riguardato il carburante e l’energia elettrica. L’aumento del costo è stato in parte compensato da un miglioramento dell’efficienza dei processi, ma nel 2013 il 42% dei direttori logistica prevede un aumento dei costi della logistica (incremento medio del 4,2%).

“La Contract Logistics in Italia, pur risentendo inevitabilmente della crisi di questi ultimi anni è un settore importante con 70 miliardi di euro di fatturato e 110.000 imprese nel 2010 – evidenzia Alessandro Perego, responsabile scientifico dell'Osservatorio Contract Logistics della School of Management del Politecnico di Milano – Un settore in crescita, anche se solo a tassi leggermente superiori all'inflazione e prevalentemente per la tenuta dell'export italiano, che prosegue nel lento cammino verso un'inevitabile maggior concentrazione. Dalla ricerca, emerge come prevalgano i servizi di logistica più semplici, trasporto e magazzino, spesso acquistati secondo modelli di 'commodity outsourcing', mentre sono meno diffusi i servizi di logistica più completi, che corrispondono a scelte più "decise" di “strategic outsourcing" da parte dei committenti". L’analisi del mercato della Contract Logistics evidenzia anche interessanti opportunità di crescita: si stima un 63% di mercato potenziale non attualmente raggiunto e un 30% di mercato attualmente servito con modelli di Commodity Outsourcing.
La valutazione di quanto di questo potenziale possa tradursi in mercato reale dipende dalla comprensione delle motivazioni alla base delle scelte di outsourcing.
Per analizzare in dettaglio queste motivazioni e identificare le possibili direzioni di sviluppo del mercato la ricerca ha approfondito tre settori specifici caratterizzati da una diversa impostazione della filiera logistica: il fashion, l'alimentare secco e il farmaceutico. Per indagare il mercato dei servizi di outsourcing strategico inoltre è stato analizzato un campione significativo di 66 aziende/gruppi “top player", che rappresentano il 54% del mercato della strategic contract logistics nel suo complesso. Il valore del loro mercato, pari a 4,2 miliardi di euro nel 2010, cresce più del mercato complessivo (+15% rispetto a +3,1%). La redditività dei top player della strategic contract logistics – misurata attraverso il rapporto EBITDA/fatturato – rimane sostanzialmente invariata rispetto al 2009 (valore medio pari a 4,6%). Ma questi operatori si contraddistinguono per la capacità di innovazione che si concentra nello sviluppo di servizi logistici avanzati, offerta di servizi di logistica internazionale e investimenti IT a supporto dei processi operativi. La ricerca dell'Osservatorio Contract Logistics ha individuato i diversi ambiti di innovazione del settore, approfondendone in particolare quattro: l'offerta di servizi logistici avanzati, la logistica a supporto dell'internazionalizzazione (sia import che export), i sistemi gestionali per i trasporti (TMS), la dematerializzazione dei processi amministrativi nel trasporto merci. “Emergono numerose aree di opportunità per gli operatori che intendono costruire sull'innovazione il loro vantaggio competitivo – afferma Gino Marchet, responsabile scientifico, insieme con Perego, dell'Osservatorio - Per sviluppare e adottare modelli innovativi però è necessaria una forte fiducia tra le parti, committenti e operatori logistici. Le aziende che sono più cresciute in fatturato e margini infatti sono quelle che hanno saputo “rompere gli schemi", abbandonando la consuetudine nel modo di pensare e di interpretare la logistica".

La Ricerca è stata realizzata in collaborazione con Assologistica e con il supporto di AF Logistics, Cablog, CEVA Logistics, CLO Servizi Logistici, DHL Supply Chain, Fercam, FM Logistic, Generix Group, Geodis, Interporto Rivalta Scrivia, Logistica Uno, Norbert Dentressangle, Ricoh, Number1, SAGA Logistica, SUSA, Tesi; Ferretto Group, Incas, NEOlogistica e Zeroquattro.
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