02/07/2013

La ”Fantalogistica” secondo Assologistica Cultura & Formazione

“Fantalogistica" è il titolo del convegno organizzato a Milano da Assologistica Cultura e Formazione, in collaborazone con GEA. Un titolo che alla fine ha concesso poco, in realtà, alla “fantasia", anche se un aggettivo spesso usato in varie relazioni è stato “visionario". Aveva ragione Donatella Rampinelli, ideatrice e “anima" della giornata di lavoro milanese, quando scriveva, presentando il convegno sull'ultimo numero di Euromerci, “Spero che il convegno non ci faccia solo sognare, ma ci inviti a osservare da vicino casi eccellenti, già proiettati verso il futuro, e, soprattutto capire le strategie in cui operations e logistica saranno protagonisti. Questo è il proposito". Un “proposito" che si è tramutato in fatti concreti, in realtà. Dai lavori si può desumere un dato: la “quotidianità", l'attuale generale organizzazione logistica del nostro paese, a tutti i livelli, da quello aziendale, fatte le debite eccezioni (come ha dimostrato il convegno) a quello del “sistema paese", è insufficiente e inadeguato per fronteggiare, da un lato, la crisi dei mercati, il calo dei consumi e della domanda interna a 360° e, dall'altro, l'esigenza di controllare i costi in termini aziendali, aumentando contemporaneamente l'efficienza. Bisogna fare di più, ricercando nuove soluzioni. Nel convegno ne sono state presentate diverse, come ad esempio “La Bolla invisibile", presentata da Alberto Cappelli, Solution Manager di Topkey, ossia la soluzione innovativa per la dematerializzazione completa dei documenti legati al processo di consegna delle merci. Tale processo oggi presenta spesso diversi difetti: prodotti danneggiati, ritenuti non conformi, con scadenza troppo ravvicinata, non ordinati, ecc. . . oppure prodotti mancanti. La segnalazione di queste anomalie al mittente avviene attualmente in modo inefficiente e impreciso attraverso annotazioni su carta apposte direttamente sul documento di trasporto. La conseguenza è che spesso arriva in ritardo, quando non arriva affatto. La mancata circolazione delle informazioni è all'origine di una fatturazione errata e, di conseguenza, del blocco dei pagamenti, comportando lavoro supplementare per il recupero delle situazioni anomale. Cappelli ha illustrato la soluzione a tali problemi: la piattaforma DeliveRING, che abolisce la “carta", che introduce la comunicazione elettronica di tutti i dati, con funzioni di acquisizione, pubblicazione, conservazione e smistamento di documenti e informazioni sul processo di consegna merci tra tutti gli operatori della supply chain: produttori, trasportatori e terze parti logistiche, centri distributivi e punti vendita. L'adozione di una metodologia elettronica comune a tutti gli attori consente di risolvere le anomalie prima dell'emissione delle fatture, riducendo drasticamente sospesi e contenziosi. Questo è solo un esempio di quanto “di nuovo" si è detto nel convegno, e di tali “novità" torneremo a parlare su Euromerci. Una delle “linee guida" del convegno era “guardare al futuro". Massimo Visconti, amministratore delegato di Vlab, e Alfredo Costa, Business Development Director, di Geodis Logistics, lo hanno fatto presentando il “Progetto Distripolis: la logistica del futuro è già a Parigi". Lo hanno fatto partendo con il porre in evidenza tutte le drammatiche problematiche con le quali oggi ci confrontiamo quotidianamente vivendo nelle grandi aree metropolitane. Costa ha raccontato che ogni mattina alle sette la radio francese dà il “bollettino del traffico", annunciando le ore di fila che si sommano su tutta la viabilità stradale e autostradale di accesso alla capitale francese, quasi sempre si parla di cifre a tre numeri, che possono arrivare a superare anche le 300 unità. Ossia, un inferno. Un inferno che è destinato a peggiorare, perché la popolazione cresce, e contemporaneamente, dato il diffuso fenomeno europeo dell'allungamento della vita, s'invecchia e trova sempre maggiori difficoltà a spostarsi, perché l'inquinamento atmosferico aumenta, così come la congestione. Tutto ciò porterà a medio termine ad avere cambiamenti importanti nello stile di vita dei cittadini, sempre meno disposti ad affrontare trasferimenti, in primo luogo per effettuare acquisti. Cambiamenti, come sta già avvenendo, che incideranno sempre più sull'organizzazione dei punti vendita, decretando la probabile fine di ipermercati, di colossali centri commerciali posti ai margini delle città (in Italia, quasi sempre raggiungibili solo con il mezzo privato), per lasciare il posto a strutture ben più piccole di “prossimità". Ciò costringerà la logistica cittadina a trovare nuove dimensioni: vincerà, ha detto Visconti, chi terrà più conto dell'esigenze ambientali, chi riuscirà a ridurre i costi, chi, nell'ambito dei punti vendita, modificherà la sua organizzazione in maniera da riuscire ad approviggionarsi usando il just in time. Costa ha poi spiegato il progetto Distripolis, che da un punto di vista logistico non si allontana, ad esempio, dall'esperienza del padovano City Porto: la Geodis concentra le sue consegne parigine in “basi blu", tutte ricavate da depositi ferroviari (Geodis è un'azienda del Gruppo delle Ferrovie Francesi) e disposte ai margini della città, e poi effettua le consegne ai destinatari finali con mezzi a basso impatto ambientale. L'aspetto più rilevante di tale presentazione è stata la sua “ineluttabilità". In Italia, dobbiamo cominciare a pensarci in maniera concreta, specialmente in aree come Milano, Roma, Napoli, se non vogliamo che il pulsare di queste città un giorno vada, improvvisamente, in tilt. La stessa “ineluttabilità" nel dover adeguare sempre i modelli logistici alla realtà, è emersa dalle parole di Ugo Zamparelli, Logistics Development Manager di Unilever, che ha sottolineato come la sua azienda, multinazionale anglo-olandese, presente in 190 paesi, con un fatturato di oltre 51 miliardi di euro e 173 mila dipendenti, con un numero spropositato di marchi e di produzioni da gestire, abbia partecipato globalmente, l'anno scorso, per l'1% all'inquinamento mondiale. Dato stratosferico, ma che, come ha sottolineato Zamparelli, avrebbe poturo raggiungere anche il 4% se l'azienda non avesse introdotto tutta una fase di controlli e di abbattimenti dell'inquinamento, a partire dagli stabilimenti produttivi fino a giungere all'introduzione di nuove tecniche nelle coltivazioni dei prodotti agricoli. Tale sforzo è stato applicato anche alla distribuzione e, quindi, alla logistica, tenendo presente l'esigenza di avere relazioni sempre più vicine con i clienti, di ridurre percorsi e stock, di favorire al massimo l'internazionalizzazione, di sperimentare soluzioni di trasporto più “sostenibili" (intermodalità strada-rotaia e distribuzione in città con mezzi ecologici, come Unilever sta facendo a Roma per i prodotti Algida). Uno sforzo enorme che richiede, ha detto Zamparelli, il “massimo possibile" dal personale: “dobbiamo sempre spingerci oltre". Proprio questa, probabilmente, era la volontà del convegno: mettere in moto idee, progetti per “spingere oltre" un sistema logistico nazionale che invece nella sua globalità guarda più al contingente, se non “all'indietro", perché una delle poche vie che ci restano per uscire dalla crisi è quella di provare ad immaginare e ad anticipare il futuro.

di Paolo Giordano
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