18/04/2013

La crisi dell'autotrasporto italiano? E' colpa dell'Europa

L’autotrasporto italiano è morto, ormai è scaduto il tempo anche per interventi normativi che consentano di arginare la crisi di un settore che in Italia garantisce più dell’85% dei trasporti di merce, ma che, scavalcato da imprese estere autorizzate a operare sottocosto sul territorio italiano, subissato dai debiti (più di 31.000 euro per mezzo pesante in circolazione in Italia) sopravvive solo ai margini della legalità. La denuncia è stata formulata dai vertici di Trasportounito secondo cui il ricorso a misure estreme di protesta è ormai inevitabile, ivi compresa l’ipotesi di un assedio di Roma attraverso il blocco a tempo indeterminato del Raccordo anulare. Secondo il presidente di Trasportounito, Franco Pensiero e il segretario generale, Maurizio Longo, la proliferazione dei conflitti locali (imminente un fermo della Sicilia e della Sardegna) rappresentano segnali del tutto inascoltati da Governo e da Parlamento. “Segnali di disperazione - hanno evidenziato i vertici di Trasportounito nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Genova - segnali che trovano giustificazione in dati sul tracollo del settore. Con 5000 imprese chiuse negli ultimi sei mesi del 2012 (2200 in procedura fallimentare), 80.000 dipendenti a rischio disoccupazione nel 2013 ,il 70% delle imprese con un monte debiti che conduce inevitabilmente al fallimento e il 21% dei traffici ormai “conquistati" da aziende dell’Est europeo, che beneficiano di costi fuori controllo e di controlli inesistenti, la sicurezza sulle strade italiane non esiste ormai più. I dati parlano da soli: 32.000 mezzi pesanti viaggiano in Italia senza copertura assicurativa rca, 12.000 mezzi industriali sono custoditi in depositi giudiziari, 18.000 i veicoli abbandonati dalle aziende cannibalizzati per recuperare pezzi di ricambio. IL 27% dei veicoli pesanti non è in regola, il 14% viaggia senza alcun rispetto dei tempi di guida e di sosta, il 7% non è in regola con le revisioni, il 5% viaggia in sovraccarico. Mediamente ogni giorno almeno due Tir sulle strade italiane finisce “fuori controllo" o si ribalta. Quale via d’uscita? Secondo Trasportounito ormai le norme elementari (come il pagamento a trenta giorni e il rispetto dei costi minimi) sono solo da applicare (anche se appaiono palliativi a fronte della totale destrutturazione del settore per il quale occorrerebbe una forte volontà politica). Per Trasportounito la risposta più importante e coraggiosa per salvare l’autotrasporto italiano è l’uscita dall’Europa, che con una liberalizzazione a tavolino, ha creato i presupposti per il tracollo in atto.
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