23/05/2012

La crisi c'è, ma non per l'eCommerce italiano

Il mercato eCommerce italiano tiene bene la crisi e, a dispetto della sfiducia generalizzata, può rivelarsi uno dei principali motori per il rilancio del nostro Paese. Crescono dell’11% gli utenti attivi online da aprile 2011, raggiungendo quota 10 milioni negli ultimi tre mesi 2012 (fonte Human Highway), cresce il fatturato, a ritmo costante, e l’export. Ed è proprio sul gap con il resto d’Europa - in termini di alfabetizzazione digitale, acquisti online, banda larga, vendite crossborder - che le nostre imprese devono oggi misurarsi per cercare di riprendere in mano le sorti dell’economia italiana. Questo è quanto si evince dall’analisi dei dati presentati da tutti i protagonisti della settima edizione del Netcomm eCommerce Forum 2012 a Milano, alla presenza di circa 4000 persone tra aziende, professionisti e giornalisti. “Secondo le stime, la crescita del commercio elettronico italiano per il 2012 si manterrà intorno al 18%, un valore poco distante da quello dello scorso anno, per un fatturato previsto di circa 9,5 miliardi di euro – ha dichiarato Alessandro Perego, responsabile scientifico dell'osservatorio B2c Netcomm-Politecnico di Milano – L’export, composto per il 55% dal turismo e per il 33% dall’abbigliamento, cresce del 21% e raggiungerà a fine 2012 un valore totale di oltre 1,6 miliardi di euro". Nonostante questo, l’Italia è un Paese che ancora importa troppo (2,8 miliardi di euro) e che soffre un ritardo cronico nell’alfabetizzazione digitale rispetto ai cugini europei. Gli italiani che usano la rete nelle fasce d’età tra i 55 e i 74 anni sono infatti il 22%, contro una media europea del 40%; quelli tra i 25 e i 54 anni sono il 60%, contro una media del 76%; quelli tra i 16 e i 24 anni sono l’81%, contro una media del 91%, ben 10 punti percentuali in meno. Tra coloro che navigano solo una porzione ridotta (15%) effettua acquisti online, contro una media europea del 43%. In Spagna sono il 27%, in Francia il 53%, in Germania il 64% e in Gran Bretagna il 71%. Sempre da un confronto con gli altri Paesi, emerge come l’Italia resti indietro sia in termini di livello di innovazione tecnologica e produttività - posizionandosi esattamente nel quadrante opposto rispetto agli USA – sia per quanto riguarda la competitività e la penetrazione della banda larga. Mai come quest’anno, quindi, l’impegno di Netcomm si è fatto intenso e necessario su temi come trasparenza, codici di condotta e progetti di formazione, attraverso il supporto alla nascita dell’Associazione Europea, al progetto “MyBank" e alla cabina dell’Agenda Digitale Italiana. Proprio quest’ultima ha fissato gli obiettivi per il 2015: acquisti online per il 50% della popolazione - media attuale europea 56%; media attuale italiana 49%; acquisti online all’estero per il 20%: vendite/acquisti online per il 33% delle PMI - media attuale europea vendite 12% e acquisti 19%; media attuale italiana vendite 4% e acquisti 11%. “La strategia di Netcomm si baserà quindi su 5 pilastri fondamentali - ha dichiarato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano – ovvero sviluppo dell’offerta, incentivi alla domanda e all’export, semplificazione delle regole, sviluppo di sistemi di pagamento-logistica, codici-condotta-certificazione. Tra le proposte per le imprese chiederemo la detassazione parziale dei ricavi delle PMI da eCommerce internazionale B2C e la concentrazione dei fondi europei su priorità coerenti con gli obiettivi dell’Agenda Digitale. Per le famiglie, IVA ridotta al 10% per eCommerce di prodotti B2C, sviluppo di sistemi di pagamento elettronici di home banking basati su SEPA come MyBank e certificazioni di qualità. Inoltre la creazione di distretti virtuali digitali e consorzi di imprese attraverso opportuni strumenti finanziari, sviluppo di piattaforme WIKI delle imprese del Made in Italy per consentire alle piccole aziende italiane di consorziarsi e la creazione di un Istituto per il Commercio Estero Digitale. Perché l’Europa e il mercato unico digitale, con 500 milioni di consumatori, è un’opportunità di rilancio del nostro Paese che non possiamo lasciarci sfuggire".
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