Sarà che l’Austria sta tirando troppo la cosiddetta cinghia, sarà che le elezioni eruropee sono dietro l’angolo e saranno ancora le complesse difficoltà geopolitiche con ricadute anche sul nostro settore, fatto sta che nei giorni scorsi il nostro Governo ha fatto pervenire alla Commissione Ue la richiesta di procedere contro l’Austria per i divieti al transito dei veicoli pesanti sulla direttrice del Brennero. La missiva firmata dal ministro degli Affari europei Raffaele Fitto era indirizzata al segretario generale della Commissione. Il nostro Paese ha deciso di fare ricorso per la prima volta nella storia dell’Unione all’articolo 259 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, per ottenere certezza del quadro giuridico.
Questa iniziativa pone con forza all’attenzione delle Istituzioni europee la centralità del corridoio del Brennero per il nostro Paese e per l’intera Europa, dal momento che l’Italia esporta oltre il 60% della propria produzione attraverso i valichi alpini.
Un portavoce dell’esecutivo dell’Unione ha spiegato come “l’articolo 259 del Trattato sul funzionamento dell’Ue fissa la procedura secondo cui un Paese può andare alla Corte per sostenere che uno Stato membro non ha rispettato i suoi obblighi del Trattato. Ma prima che il Paese vada alla Corte deve andare alla Commissione, che deve adottare un parere motivato e se non lo fa in tre mesi lo Stato membro può rivolgersi direttamente alla Corte senza aspettare l’opinione della Commissione".
Secondo il governo italiano dunque l’Austria non può bloccare un corridoio europeo per i 26 Paesi dell’Unione. Ma l’Austria pare essere intenzionata a dare battaglia e a non cedere alle pressioni. Secondo Anton Mattle, governatore del Tirolo infatti: “Gli esperti di diritto europeo danno poche possibilità di successo alla causa, citando accordi esistenti come la Convenzione delle Alpi, il il Libro bianco sui trasporti o il Green Deal della Commissione europea. Non cederemo alle pressioni del ministro Salvini e della sua lobby dei trasporti”.