28/09/2012

Investimenti in immobili commerciali al rallentatore

Il primo semestre di quest’anno si è chiuso con un totale di investimenti in tutti i settori di €850 mln, di cui però circa €200 mln sono stati destinati ad acquisti con fine di riqualificazione o ristrutturazione degli immobili. Il calo rispetto allo stesso periodo del 2011 è del 50% Gli indicatori macroeconomici per l’Italia sono peggiorati nel secondo trimestre mentre l’incertezza circa le politiche economiche messe in atto a livello nazionale ed europeo, e circa la loro efficacia, influenzano consumatori e imprese. Il risultato atteso è un ulteriore ritardo nella potenziale ripresa dei consumi, che a sua volta riduce l’attrattività del retail organizzato agli occhi degli investitori internazionali. La produzione si è ulteriormente contratta e le stime a fine anno prevedono una contrazione del 4%, più intensa rispetto all’Eurozona, indebolendo ulteriormente la domanda di investimento in asset nel settore logistico. Nello specifico del settore retail, se nel primo trimestre si sono chiuse transazioni per circa €100mln, nel secondo trimestre non si sono conclusi deal nel comparto, nonostante le negoziazioni in corso. Tra le ragioni alla base dell'assenza di attività in Italia gli investitori citano lo scarso interesse nel settore retail ed una più generica cautela nei confronti del Paese. Notano tuttavia anche la scarsa disponibilità di asset che soddisfino i loro criteri di investimento, in termini di dimensione, qualità o location, o di una combinazione di questi fattori. Anche il settore logistico sta risentendo sensibilmente del clima di continua incertezza che caratterizza l'economia italiana. Un'offerta molto limitata di prodotto di grado A in location prime e la debole domanda degli investitori hanno portato a risultati molto modesti, con un totale di circa €40 milioni nella prima metà dell'anno. Tutte le transazioni hanno visto utilizzatori finali acquistare gli immobili in cui svolgere la propria attività. Anche in questo caso la necessità di un repricing è impellente. Di fronte a prezzi che i potenziali acquirenti ritengono eccessivi, rimangono invenduti anche immobili che risultano altrimenti appetibili per location, contratto di locazione, e qualità del tenant e dell'immobile. I rendimenti netti prime riflettono le condizioni di mercato, con un peggioramento del sentiment tradotto in un aumento tra i 10 ed i 15 punti base.
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