L’assemblea dei soci di Interporto Bologna, la cui maggioranza è composta dal Comune di Bologna (35,10%), dalla Città Metropolitana (17,56%) e dalla Camera di Commercio (5,90%), ha oggi approvato all’unanimità alcune importanti modifiche dello statuto, su proposta del consiglio di amministrazione della società.
Fra le novità contenute nello statuto, spiccano in particolare l’allargamento della rappresentanza dei soci in consiglio di amministrazione, da 3 a 5 membri e l’aggiornamento dell’oggetto sociale, incentrato sui temi oggi al centro dello sviluppo degli interporti: sostegno attivo all’intermodalità nel trasporto delle merci, promuovendo il trasferimento dalla gomma alla rotaia; pieno sfruttamento delle grandi potenzialità insite nella costituzione delle CER, Comunità Energetiche Rinnovabili, grazie alle quali sarà possibile trasformare le infrastrutture interportuali in vere e proprie centrali elettriche fotovoltaiche, a beneficio delle imprese insediate e delle comunità residenti nel circondario; realizzazione di nuovi magazzini caratterizzati da un’elevata sostenibilità energetica, sociale ed ambientale.
Importanti innovazioni toccano anche la governance della società, con l’introduzione della figura dell’amministratore delegato e del direttore generale, con l’obiettivo di dare maggiore flessibilità, rapidità ed efficienza alla gestione quotidiana della società.
Tutte le modifiche approvate sono indirizzate a rafforzare la piena attuazione del piano strategico 2024-2032, che prevede un piano investimenti per circa 70 milioni di euro, di cui oltre 40 concentrati sull’infrastruttura ferroviaria. Sono già in corso i cantieri del nuovo terminal ferroviario e il montaggio delle due grandi gru a portale. Fondamentali in tal senso i 30 milioni circa di finanziamenti, provenienti da fondi pubblici (10 milioni da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e 20 milioni da fondi FSC), a cui si aggiungeranno altre risorse di natura privata. I binari di manovra a standard europeo e le gru a portale contribuiranno a trasformare l’infrastruttura bolognese in un grande hub delle merci di rilievo nazionale ed internazionale, capace di smistare oltre 10mila treni/anno, alla pari con le altre principali piattaforme intermodali europee.
Nel giro di 3 anni gli azionisti pubblici, dando seguito ad un radicale cambio di rotta rispetto agli indirizzi precedenti, si sono fatti promotori di una vera e propria “rivoluzione”, le cui conseguenze contribuiranno a mitigare quelle esternalità negative sull’ambiente e sul traffico che le attività di logistica tendono altrimenti a determinare nei territori ove si insediano.
L’approvazione del nuovo statuto rappresenta una tappa fondamentale del percorso che il consiglio di amministrazione, nominato a giugno del 2022, si è prefisso di portare a compimento, per garantire alla società una piena sostenibilità economica, sociale e ambientale per gli anni a venire, riportando a pieno titolo l’Interporto di Bologna fra i primi posti fra le piattaforme logistiche intermodali europee.