17/04/2014

Intermodalità, la sfida delle aziende del largo consumo

GS1 Italy | Indicod-Ecr ha presentato i risultati del progetto “Intermodability" attivato in ambito Ecr Italia per esplorare il tema del trasporto intermodale, mettendo faccia a faccia le esigenze della filiera del largo consumo e le dinamiche del mondo ferroviario. Lo ha fatto in occasione del convegno “Intermodability - Il largo consumo prende il treno" che si è svolto ieri a Milano e che ha riunito oltre 200 rappresentanti delle imprese del largo consumo e delle aziende del ferroviario per lavorare insieme, affinché il trasporto intermodale diventi una reale alternativa al modello “tutto strada" e abbia un impatto significativo sulla riduzione delle emissioni di CO2 e sulla percezione del consumatore finale molto attento alla sostenibilità ambientale. In apertura, Stefano Agostini - presidente e AD di Sanpellegrino Nestlé Waters e membro del Consiglio direttivo di GS1 Italy | Indicod-Ecr - ha così introdotto il tema: "Parlare di trasporto intermodale nel mondo dei beni di largo consumo in un contesto di generale contrazione dei volumi trasportati su rotaia ha certo il sapore della sfida. Sfida che le aziende del nostro settore hanno scelto di accettare cercando modelli alternativi all’all road. E stiamo parlando di numeri importanti: il 30% dei viaggi stradali fatti oggi dalle nostre merci può essere convertito su rotaia. Con il 30% di riduzione delle emissioni".

Nuovi stimoli per le aziende vengono anche dalle recenti normative europee in materia di emissioni. Durante il suo intervento, Antonio Malvestio - presidente di Freight Leaders Council - ha detto: "Mentre l’Unione Europea chiede di ridurre la produzione di CO2 entro il 2020, il trasporto merci e persone ha un trend opposto. Per invertire questa tendenza è possibile scegliere mezzi e sistemi di trasporto meno inquinanti e aumentare il riempimento dei mezzi. Far viaggiare i beni di largo consumo su rotaia invece che su strada rappresenta una reale possibilità. Certo sarebbero utili degli incentivi governativi in questo senso. Le aziende riunite al tavolo Ecr stanno già lavorando per trovare soluzioni collaborative per ottimizzare i carichi di trasporto sui mezzi".

Jerker Sjögren, programme manager di Closer - ha offerto una prospettiva internazionale sul trasporto intermodale, descrivendo Swiftly Green, un progetto finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma TEN-T 2007-2013 per lo sviluppo delle reti transeuropee di trasporto (il trasporto su strada e quello combinato, le vie navigabili, i porti marittimi e la rete europea dei treni a grande velocità). L’iniziativa, avviata nel 2013, si pone l’obiettivo di produrre un set di linee guida e di misure direttamente applicabili per una gestione eco-sostenibile dei corridoi merci europei, con particolare focus sul corridoio Scan-Med (Scandinavia-Mediterraneo). Misure applicabili anche ad altri corridoi, da trasmettere alla Commissione Europea e da utilizzare per la programmazione di sostegni finanziari a supporto di iniziative green.

Andrea Fossa - partner di Hermes - ha descritto i tre anni di attività del gruppo di lavoro “Intermodability"  di Ecr Italia. "Ricorrere alla modalità ferroviaria per gestire i flussi nazionali del largo consumo è fattibile e dà risultati green “certi" - ha detto Fossa - il che non significa una perfetta sostituibilità con la gomma, piuttosto occorre sfruttare tutte le opportunità per “salire sul treno" con i flussi logistici attuali, comprendendo dove modificare processi e organizzazione interni: ad esempio con il rilascio anticipato degli ordini “intermodabili" a magazzino". Giuseppe Luscia - responsabile progetti Ecr Supply di GS1 Italy | Indicod-Ecr - ha poi tracciato la strada da percorrere per superare i limiti allo sviluppo del trasporto intermodale. "Il percorso del gruppo di imprese che da oltre tre anni lavora al progetto Ecr, ha evidenziato la necessità di affrontare oggi una nuova fase di disegno strategico. Questi ultimi mesi di lavoro ci hanno visti impegnati anche in esperienze pilota che hanno coinvolto oltre 1500 carichi - ha spiegato Luscia – e che hanno prodotto una evidenza importante: per guardare all'intermodale come a una reale alternativa al modello “tutto strada" serve un nuovo business model che sia capace di rispondere alla necessità di aggregazione e di organizzazione della domanda. Una esperienza di collaborazione orizzontale di grande concretezza".

Il direttore generale della Direzione generale per il trasporto ferroviario del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Antonio Parente, nel suo intervento ha parlato di infrastrutture e di politiche di sostegno pubblico al trasporto merci per ferrovia nel quadro della liberalizzazione del settore, delineando la necessità di rivedere le modalità di intervento pubblico alla luce delle modifiche del quadro comunitario e il possibile utilizzo delle risorse nella direzione di accrescere la competitività del trasporto ferroviario, soprattutto nelle aree svantaggiate del Paese.

“Intermodability è il termine che abbiamo inventato per esprimere quanto il trasporto intermodale sia una reale possibilità per il largo consumo e per il futuro sostenibile della logistica che chiedono le aziende e anche i consumatori". Con queste parole Aceto ha chiuso i lavori della mattinata, commentando: "Questa è la strada intrapresa da Ecr Italia, che ha ricevuto un mandato forte delle aziende del largo consumo e che sta lavorando con grande determinazione all'implementazione di questo innovativo modello di business: si tratta di una soluzione concreta per la conversione di un numero elevato di automezzi pesanti in un set di servizi intermodali strada-rotaia lungo le principali dorsali di comunicazione della nostra penisola. Ci auguriamo di avere presto l’opportunità di presentare alle Istituzioni le evidenze e le esigenze emerse nel corso del progetto 'Intermodability', che, ricordiamo, è riuscito a riunire in una logica di sistema il complesso universo di attori della filiera del trasporto intermodale".


Share :