25/01/2023

Il porto di Trieste guarda a sud e acquista nuovi spazi

Dopo l’annuncio delle settimane scorse, si è concluso ieri l’iter di compravendita con cui l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale ha rilevato da CoSELAG, Edison e Coop Alleanza 3.0 alcuni terreni dismessi per circa 350.000 mq in località Noghere, nel territorio comunale di Muggia.


L’intervento è stato possibile grazie al supporto del fondo complementare al PNRR e prevede un investimento complessivo di 60 milioni di euro al fine di intraprendere un vero e proprio progetto di rigenerazione del territorio. Spetterà all’Adsp, in collaborazione con la Regione FVG, il Comune di Muggia e il CoSELAG, avviare una radicale operazione di risanamento e valorizzazione di aree da tempo non utilizzate, interessate da rilevanti problematiche ambientali e in parte, un decennio fa, destinate a progetti commerciali ormai non più attuali.


Oggi il comprensorio può tornare a nuova vita e sarà di importanza strategica per lo sviluppo logistico-industriale regionale connesso al porto di Trieste, grazie anche alla vicinanza e integrazione del futuro terminal multipurpose delle Noghere, gestito in concessione da una società controllata dallo Stato ungherese. Uno scalo dunque che si espande sempre più a sud. Dopo FREEeste e il nuovo impulso per il canale navigabile, la creazione della piattaforma logistica e connessa riqualificazione del vasto comprensorio dell’ex Ferriera, emergono ora nuove opportunità di sviluppo a Muggia. 


I contenuti dell’iniziativa sono stati presentati questa mattina durante una conferenza stampa a cui hanno partecipato, oltre a Zeno D’Agostino, anche Sergio Emidio Bini, assessore alle Attività produttive e turismo della Regione Friuli Venezia Giulia, e Paolo Polidori, sindaco del Comune di Muggia. Proprio grazie a questa sinergia tra enti e territorio il progetto è stato concepito, condiviso e coltivato: a trarre beneficio da questa operazione non sarà solo il sito e il sistema portuale, ma il comune di Muggia stesso e, in senso più lato, l’intero territorio regionale.


Nel merito, il piano d’azione sarà articolato in più tappe: la riqualificazione ambientale di una parte dei terreni che attendono la bonifica da almeno 30 anni; la costruzione di infrastrutture per garantire l’accessibilità sostenibile dell’intera area; la realizzazione di una fascia di verde a protezione e con funzione di mascheramento e mitigazione verso l’abitato e verso le altre aree produttive.


Quanto alle funzioni, il progetto è architettato in più direzioni tra loro integrate. Vi è la volontà di insediare nuove attività produttive, potendo contare su un’area ad elevata accessibilità logistica, tale da attrarre investitori internazionali, con notevoli ricadute positive in termini di occupazione. Le aziende da insediare saranno valutate tra quelle che adottano tecnologie pulite e rispettose dell’ambiente. Il piano contempla anche di sviluppare infrastrutture che assicurino la transizione energetica per renderla disponibile ai residenti.

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