09/02/2018
Il porto di Trieste continua ad investire nel settore della progettazione europea. Un budget di 24,7 milioni di euro, finanziato con fondi europei, e 15 nuovi progetti attivati nell'ultimo biennio. L'ultimo nato si chiama SMARTLOGI - “Logistica transfrontaliera sostenibile e intelligente" ed è un nuovo progetto sull'innovazione tecnologica al servizio dell’intermodalità, che vede capofila l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale.
Il progetto, che avrà una durata di 24 mesi e un budget di circa 1,3 milioni di euro, è co-finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Austria, ed è sviluppato in collaborazione con l’interporto di Fürnitz, l’Università di Klagenfurt, il GECT “Senza Confini", la Regione Veneto, l’Università IUAV di Venezia ed EURAC.
Finalità del progetto, potenziare la cooperazione
nel favorire i traffici intermodali
Sarà quella di potenziare la cooperazione sia sul piano operativo che istituzionale, riguardante le opzioni sostenibili del trasporto intermodale, al fine di diminuirne l’impatto sull’ambiente in termini di emissioni di gas inquinanti, CO2, e rumore sull’arco alpino, lungo l'asse del Brennero e quello di Tarvisio. In particolare, il porto di Trieste e il terminal austriaco di Fürnitz (Villacco) adotteranno una soluzione tecnologica condivisa per lo scambio di dati in tempo reale, in modo tale da rendere il trasporto ferroviario delle merci ancora più conveniente ed efficiente. Infine, sarà sviluppata una strategia replicabile anche in altri territori transfrontalieri.
Un futuro all'insegna della ferrovia per il porto di Trieste
SMARTLOGI è particolarmente importante perché è il primo di una nuova serie di progetti focalizzati sullo studio di soluzioni innovative nel settore intermodale. Ambito in cui il porto di Trieste è protagonista a livello nazionale, non solo per le performance conseguite in termini di traffico: 8.681 treni movimentati nel 2017 (+ 13,76% rispetto al 2016, +45,71% rispetto al 2015), ma anche sul fronte degli investimenti e delle politiche di rilancio future che vedono nella ferrovia il perno dello sviluppo logistico dello scalo.
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