11/04/2013

Il pallet, questo (s)conosciuto

Pallet, ovvero un “argomento" che sta molto a cuore agli addetti ai lavori e che ogni volta che se ne discute suscita grande interesse, nonostante possa sembrare obsoleto parlarne in tempi di avanza evoluzione tecnologica, anche in logistica. Una conferma di tutto ciò è venuta dal recente convegno organizzato a Milano da Assologistica Cultura e Formazione (AC&F) e dedicato appunto allo stato dell’arte del pallet. Tanto pubblico, attento e partecipativo, ha assistito a una giornata introdotta da Donatella Rampinelli, presidentessa di AC&F, la quale ha ricordato come i tempi siano maturi per affrontare e prendere coscienza che ci sono proposte nuove, grazie alle quali non solo ridurre criticità, ma trovare pure soluzioni a problemi, anche atavici. “E’ tempo di impegnarci a cercare di capire che cosa ci riserva il futuro – ha detto Rampinelli – e quindi strutturarci per affrontarlo nel migliore dei modi". L’incontro e quindi proseguito con la presentazione di quanto proposto da tre società specializzate nel pallet pooling (per bancali in legno), ovvero Nolpal (primo pool interamente italiano per noleggio e gestione del parco pallet in tutta Europa con 15 grossi centri di rigenerazione bancali e un fatturato di 2,5 milioni di euro nel 2012, era di appena 150 mila euro nel 2011 – anno di costituzione), Paki (società con sede centrale in Germania e che da oltre 35 anni coordina il flusso di pallet e gabbie metalliche di 2 mila clienti a livello europeo, con l’aiuto di 120 collaboratori specialisti in otto lingue; i clienti possono prelevare e restituire le unità di carico presso circa 10 mila stazioni), e Poly Service (società del gruppo Polymer Logistics, il cui obiettivo è fornire a clienti e distributori un sistema alternativo per la gestione dei pallet Epal). Presentazione preceduta dall’intervento di Sebastiano Cerullo, segretario generale di Conlegno (Consorzio Servizi Legno Sughero), secondo il quale il pallet è uno strumento che ha valore, ma va conosciuto e gestito e – ovviamente – non tutti i pallet sono uguali: a fare la differenze sono il legno con cui sono realizzati (esistono norme di riferimento al riguardo), i chiodi che vengono utilizzati per assemblarlo (se non sono chiodi Epal la portata del pallet, ad esempio, scende del 30%) e i marchi apposti (compreso il più recente Fitok fitosanitario). Cerullo ha segnalato il regolamento Ue 995/2010, entrato in vigore nel nostro Paese a inizio marzo 2013: stabilisce gli “obblighi degli operatori che commercializzano legno e prodotti da esso derivati"; secondo tale regolamento il prezzo di un bancale dipende dal tipo di legno impiegato e, fra l'altro, può essere quantificabile attraverso uno strumento ad hoc. “Occorre poi distinguere tra pallet nuovi e usati – ha continuato Cerullo – e per gli ultimi il DL 286/2005 stabilisce precisi obblighi per chi gestisce pallet usati (marchio IPPC/Fao, autorizzazione per la gestione rifiuti, certificazione ad hoc, ecc)". Cerullo ha poi ricordato ulteriori altri obblighi per gli attori del settore e come i riparatori di pallet debbano essere omologati e controllati: quelli in regola con le disposizioni di legge sono online all’indirizzo internet: www.conlegno.eu/it/home.php?s=0,1,30,306,254&IDSite=1. Il segretario di Conlegno ha anche ricordato i numeri dei pallet Epal in Italia: solo nel 2012 ne sono stati prodotti 4.924.946 e ne sono stati riparati 3.368.052.  Emanuele Barigazzi, sempre di Epal-Conlegno, ha illustrato le novità introdotte da gennaio 2013 circa le procedure agevolate di applicazione del Controbuto ambientale Conai (Cac) sia per i pallet nuovi che per quelli usati. Per questi ultimi è previsto che il Cac sia applicato al 60% degli imballaggi venduti, con una riduzione quindi del 40% del contributo da versare, a patto però che i pallet siano selezionati oppure riparati (e entrambe le situazioni). Vi è poi un secondo caso: il Cac viene applicato al 40% sul peso dell’imballaggio (quindi la riduzione sale al 60%) solo se i pallet venduti sono stati riparati in conformità a capitolati standard riferiti a circuiti produttivi e di riparazione controllati e noti. Quest’ultima considerazione è indispensabile anche per applicare l’agevolazione del Cac al 40% del peso dell’imballaggio (con una riduzione del contributo del 60%) pure sui pallet nuovi, purché, come detto, prodotti in conformità a capitolati standard riferiti a circuiti produttivi e di riparazione controllati e noti. Barigazzi ha infine ricordato come da Conai (Consorzio nazionale imballaggi) sia giunto l’Ok alla vendita di pallet Epal con Cac applicato al 40% utilizzando internet (all’indirizzo www-perepal.it). “Epal è un sistema di responsabilità condivisa, prettamente ambientale e sociale, che non porta guadagni, ma risparmi per tutti, come è nella logica di ogni sistema ambientale". E’ stato questo in sintesi il messaggio più volte ribadito da Nicola Semeraro, consigliere di Assoimballaggi, al quale Assologistica Cultura e Formazione ha anche attribuito un premio per l’impegno nelle best practice e nella formazione. E’ stata quindi la volta della presentazione di due casi virtuosi ed efficenti nella gestione e nell’impiego dei pallet: si tratta rispettivamente della soluzione “out of the box" di Ikea (presentata dall’handling material manager di Ikea Italia Distribution Stefano Di Gioia) e del progetto Bacardi (illustrato dal logistic manager Ivan Persico). La mattinata si è conclusa con una seguitissima tavola rotonda.

testo a cura di Ornella Giola


SENTITE ALLA TAVOLA ROTONDA
Di Aldo Rosada


Ecco in pillole quanto sostenuto dai partecipanti alla fase finale della mattinata, nel corso di un’animata tavola rotonda presenti i maggiori player dei settori logistica e GDO. Marco Benettin, direttore logistica di Gruppo Pam: “Siamo a favore del pooling e con altre aziende stiamo utilizzando il pallet verde con un risparmio o guadagno da parte di tutti. Il costo di un pallet è di 9 euro". Riccardo Stabellini, logistics Italy associate director di Barilla: “Ogni anno Barilla movimenta 4,5 milioni di pallet. In parte la movimentazione viene effettuata in pooling con pallet Chep e in parte con la cessione del parco pallet a un operatore logistico". Armando Pugliese, direttore logistica di Auchan: “Con una sensibilizzazione dell’operatore logistico siamo passati al pooling con pallet colorato. Nell’operazione abbiamo ottenuto un costo certo anziché incerto". Stefano Sasso, responsabile logistica distributtiva & Ecr logistics di Fater: “Attualmente operiamo con il pallet di proprietà tenendo sotto controllo il rischio con i fornitori. Fino ad oggi non abbiamo registrato alcun problema economico". Nicola Marchi, logistic manager di Finiper: “Utilizziamo pallet di proprietà e abbiamo compartimentato la filiera responsabilizzando il più possibile i soggetti coinvolti". Mattia Rampinini, responsabile trasporti di Rampanini Ernesto: “L’operatore logistico nel gestire il pallet per conto del cliente/mittente offre un servizio con un costo che deve essere recuperato nella tariffa. Il costo di gestione di un pallet è di 2 euro". Se mi è concessa una considerazione, a parer mio nei rapporti contrattuali sarebbe opportuno distinguere l’operatore logistico, che potrebbe essere anche vettore, dal semplice vettore. La distinzione si rende indispensabile in quanto la normativa di legge vigente in materia di imballi e unità di movimentazione al comma 2 dell’art. 11-bis del Decreto Legislativo 21 novembre 2005, n. 286 recita: “Qualora il committente e il destinatario della merce si siano accordati per la riconsegna degli imballaggi o delle unità di movimentazione, il vettore non è responsabile per il rifiuto di restituire da parte del destinatario di unità di movimentazione di numero o di qualità inferiore rispetto a quelle con cui è stato effettuato il trasporto, ed ha comunque diritto ad un compenso per ogni prestazione accessoria eseguita". Viene spontanea allora la seguente domanda: come è possibile riconoscere a un soggetto (vettore) un compenso per una prestazione accessoria quando lo stesso soggetto (vettore) non è responsabile sull’esito dell’operazione? Per questo motivo e al fine di evitare comportamenti scorretti e operazioni illecite è opportuno, in sede contrattuale, precisare dettagliatamente la prestazione accessoria richiesta al vettore.
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