22/01/2014

I prodotti a marchio Conad crescono del 17% nel 2013

Il 2013 ha chiuso con la grande distribuzione in sofferenza: per la prima volta si è registrato un calo delle vendite sia a valore sia a volume (-1,3% in iper e supermercati, comprese le nuove aperture. Fonte: Guida Nielsen Largo Consumo). Diminuisce il potere di acquisto degli italiani, che ricercano il prodotto con il migliore rapporto tra qualità e prezzo, e l’alimentazione nelle famiglie più giovani è assicurata anche dai nonni, mentre sono sempre più premiate l’esperienza di acquisto e la piacevolezza del punto di vendita, vera differenza tra le insegne. In questo scenario la marca Conad ha svolto un importante ruolo per rafforzare il rapporto tra distributore e cliente, perché capace di garantire qualità e convenienza in un periodo di difficoltà economiche. Nel 2013 le vendite di prodotti Conad sono salite del 17% rispetto all’anno precedente – con un mercato che è cresciuto, a totale Italia iper e supermercati, del 5% – e hanno generato un fatturato di 2,35 miliardi di euro confermandosi componente fondamentale del bilancio del gruppo. Gli aumenti più significati di quota si registrano nel comparto salumi e formaggi, oltre che nel fresco industriale. La marca commerciale cresce in tutte le categorie merceologiche in cui compete: è leader nel 38%, mentre occupa la seconda posizione in un altro 30%. Negli ultimi cinque anni la marca Conad ha raggiunto una quota interna sul Largo Consumo Confezionato del 26,5% (+1,8 punti percentuali rispetto al 2012), 7,5 punti percentuali sopra il totale Italia (19%), garantendo una qualità da leader con una convenienza del 25-30%. Tutti i brand Conad registrano buoni risultati: dal tradizionale Conad logo rosso, cresciuto in un anno del 18%, a Conad il biologico (+17%), all’eccellenza dei prodotti della linea Sapori&Dintorni Conad (+5 %), a Conad Percorso Qualità (+5%). Il trend è costante ormai da anni e la crescita è generalizzata, in tutte le regioni italiane, ma in modo particolare al Sud, che pure è tradizionalmente meno incline a tale tipo di consumo.
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