19/11/2013

Furti nel retail, persi quasi 90 miliardi di euro

Le differenze inventariali a livello globale sono costate, al settore retail, nel 2012, oltre 112 miliardi di dollari, pari a 88,6 miliardi di euro. E’ quanto rivela l’edizione 2012-13 del Barometro mondiale dei furti nel retail, secondo cui le differenze inventariali, le cui cause sono riconducibili principalmente a fenomeni di taccheggio, frodi da parte di dipendenti o fornitori, attività della criminalità organizzata nel retail ed errori amministrativi, hanno rappresentato, in media, una percentuale pari all'1,4% delle vendite retail. Lo studio, finanziato da un fondo indipendente di Checkpoint Systems, è stato avviato nel 2013 da Euromonitor International e si basa su una serie di interviste scritte e telefoniche che hanno coinvolto i retailer di 16 Paesi, che coprono 160.000 punti vendita, pari a 1.500 miliardi di dollari di vendite nel 2012. Dai dati del Barometro emerge che le differenze inventariali sono aumentate nella maggior parte dei Paesi, con punte rilevanti strettamente correlate ai fenomeni di taccheggio e ai furti da parte dei dipendenti. Le percentuali più alte sono state registrate in Brasile e in Messico (1,6 %) e negli Stati Uniti e in Cina (1,5%). Segue il nostro Paese che si attesta all’1,3%, dopo Francia e Spagna (1,4%). Valori inferiori, invece, si registrano in Giappone (1%), ma anche Hong Kong, Australia e Germania (1,1%). Secondo quanto confermato dai retailer intervistati, le perdite sono dovute a fenomeni di taccheggio (41%), furti da parte dei dipendenti (30%), errori amministrativi (21%) e frodi ad opera di fornitori (9%). Su questi hanno influito la lenta ripresa economica e le attività della criminalità organizzata (che può riguardare sia i clienti che i dipendenti), sempre più preponderanti in molti dei 16 Paesi presi in esame. Analizzando in dettaglio il peso delle differenze inventariali per nucleo familiare, in media, nel nostro Paese, il costo è di 144 euro, importo che globalmente, si aggira intorno ai 101 euro, mentre a livello europeo è di 145. Per quanto riguarda, invece, la classifica degli articoli più rubati, a livello globale, al primo posto troviamo gli accessori moda, in particolare jeans, calzature e capi di lingerie, mentre al secondo posto i prodotti elettronici ad alto valore economico come smartphone, iPhone e tablet. Segue la categoria dei parafarmaci, con trattamenti antiallergici e latte in polvere, l’health&beauty, in particolare cosmetici e profumi e il segmento entertainment, costituito da videogames e accessori per cellulari. E’ importante tenere presente che i prodotti più rubati variano a seconda del Paese e del settore di riferimento e, per esempio, se consideriamo l’Italia, tra i retailer di generi alimentari le referenze maggiormente soggette ai furti sono gli alcolici (vino e liquori), i formaggi e la carne confezionata, mentre nell’abbigliamento sono accessori moda, vestiti di marca e costumi da bagno. Per contrastare il fenomeno, a livello globale, sono stati investiti circa 6,5 miliardi di euro nell’ultimo anno.
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