23/07/2015

Formazione, è tempo di competenze certificate

Nell'ambito dei processi di formazione a tutti i livelli, è divenuto ormai prioritario lo sviluppo di processi virtuosi di riconoscimento e certificazione delle competenze. In questi anni, il tavolo nazionale Conferenza Stato-Regioni, coordinato dall'Isfol, ha lavorato per costruire un primo repertorio nazionale delle competenze basato su un riconoscimento reciproco, attraverso codici identificativi, in termini di competenze maturate attraverso formazione o esperienze svolte anche in regioni differenti. 

Recentemente (22 gennaio 2015) è stata siglata nell'ambito della stessa Conferenza, l’intesa sul decreto interministeriale Mlps-Miur, concernente la definizione di un quadro operativo per il riconoscimento a livello nazionale delle qualificazioni regionali e delle relative competenze, nell’ambito del repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali, di cui all’articolo 8 del dlgs 16 gennaio n. 13 del 2013. 

Viene fissato a dodici mesi dall’entrata in vigore del provvedimento il termine entro il quale le Regioni e la pubblica amministrazione, come enti titolari, devono garantire l’operatività di propri repertori di qualificazioni e l’adozione di un quadro regolamentare di organizzazione, gestione e controllo dei servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze. 

Attualmente, alcune Regioni risultano ancora distanti dall’implementare un sistema strutturato in materia: sei Regioni soltanto sono dotate di un sistema di certificazione definito; dieci vedono un sistema di certificazione in corso di definizione; cinque non hanno a oggi definito alcun sistema; per contro, ben tredici Regioni dispongono di un repertorio strutturato di profili e figure professionali; cinque ne sono in fase di definizione; quattro ne risultano prive. 

La disponibilità di una raccolta di figure professionali costituisce senz’altro un primo importante passo per la definizione di un sistema di riconoscimento. Scuola Nazionale Trasporti e Logistica sta collaborando attivamente con la Regione Liguria per il perfezionamento del repertorio già esistente sul territorio. Attraverso un lavoro di ricerca svolto nell’ambito del piano di sviluppo settoriale “Il Golfo fa Rete nel BLU" di cui la Scuola è capofila, sono state sia aggiornate le figure professionali legate al settore logistico portuale già inserite nel Repertorio sia inserite nuove figure non previste, sulla base delle richieste emergenti dal mercato. 

La Regione Liguria è in fase di recepimento del lavoro svolto dalla Scuola e, con apposita delibera, decreterà l’aggiornamento del repertorio delle figure professionali. “Si tratta di un lavoro particolarmente importante per il settore di riferimento - spiega Genziana Giacomelli, direttore della Scuola - che stiamo portando avanti a diversi livelli. Esistono già alcuni lavori svolti per il settore dell’economia del mare: una mappatura territoriale che riguarda il comparto della cantieristica e una mappatura svolta dalla Regione Campania con la collaborazione della Regione Liguria che riguarda il comparto marittimo. La Scuola, con il supporto anche delle associazioni e delle istituzioni più rappresentative del comparto di riferimento, intende svolgere un’indagine ad hoc per il comparto della logistica portuale". 

Infine, è stata istituita, nell’ambito di un piano formativo settoriale finanziato da Fondimpresa, un’apposita commissione composta dalle parti sociali per sostenere tali obiettivi. La commissione ha convenuto sull’opportunità di presentare alla Regione Liguria, in tempi brevi, una proposta di studio su un modello settoriale di certificazione delle competenze, che raccolga e valorizzi il lavoro già svolto nei diversi tavoli e contenuto nei diversi report e repertori. La sinergia tra tutti i soggetti coinvolti (formatori, parti sociali, associazioni e istituzioni) e la possibilità che si stabilisca tra essi un’efficace azione di raccordo è condizione essenziale perché il modello evolva da una dimensione territoriale a una dimensione di settore nazionale e perché dalla “sperimentazione" si possa compiere un passaggio compiuto verso il “modello". 

di Federica Catani, Scuola Nazionale Trasporti e Logistica
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