15/03/2013

Ferriera di Servola (Trieste), l'AP vuole riconvertila a uso logistico-industriale

L’Autorità Portuale di Trieste, a seguito della partecipazione ai numerosi incontri sull’argomento riconversione Ferriera di Sevola, riconferma che l’obiettivo condiviso con tutti i soggetti istituzionali coinvolti è quello del rilancio economico-occupazionale dell’intero complesso; a tale scopo è disponibile a valutare – nell’ambito di un’intesa ad ampio raggio, ai sensi di legge – un piano industriale e un programma di attività, assistito da idonee e precise garanzie, finalizzato anche all’incremento dei traffici portuali ed industriali, della produttività del comparto e dei relativi livelli occupazionali. In questo quadro si dovranno prendere in considerazione regimi di concessione per le aree demaniali e di locazioni per quelle di proprietà/patrimonio a lungo termine (oltre i 50 anni), con ipotesi gestionali riferite all’attività che garantiscono ai possibili soggetti interessati alla gestione nello svolgimento delle operazioni logistico-industriali. Una traccia iniziale di percorso progettuale da avviare non può prescindere da un’obiettiva riflessione ed analisi di quelli che potrebbero essere gli effettivi sbocchi operativi prefigurabili nel contesto del sistema del Nord Adriatico per un impianto industriale/portuale avente una disponibilità di aree da attrezzare pari complessivamente a 60 ettari e con un potenziale fronte banchina fino a 1.550 m.l., ferma restando peraltro l’ipotesi di poter destinare una parte del complesso alla logistica e una parte retrostante ad attività di lavorazione industriale. Va rilevato inoltre che ogni possibile iniziativa di recupero e riconversione d’uso delle aree demaniali e di proprietà della Ferriera non può prescindere dagli obblighi “ex lege" riferiti alla bonifica ambientale, la cui realizzazione potrà avvenire attraverso un percorso graduale ipotizzabile in due tempi: · un primo intervento globale di messa in sicurezza operativa, nell’ambito del quale, per le aree demaniali, si potrà prevedere l’acquisizione da parte dell’Autorità Portuale di risorse pubbliche, mentre per la parte di aree in proprietà l’onere sarà a carico del soggetto privato investitore; a detto intervento potrà seguire l’immediata fungibilità dell’esistente lay-out per attività industriali/portuali; · lo smantellamento degli impianti d’alto forno e cokeria, con i relativi manufatti, e la graduale bonifica complessiva del territorio o la sua messa in sicurezza operativa, da realizzarsi contestualmente agli interventi strutturali di rifacimento/ potenziamento della banchina e delle altre infrastrutture.
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