10/02/2015

Farmaci nei supermercati, l'altolà di Federfarma a Renzi

Il presidente Renzi impedisca che nel ddl concorrenza vengano confermate misure dall’impatto devastante per l’efficienza del servizio farmaceutico. E’ l’appello che Federfarma ha lanciato in un comunicato nel quale si torna sugli interventi prospettati dalla bozza in gestazione al ministero dello Sviluppo. "Consentire l’acquisto nei supermercati di medicinali con ricetta medica e permettere un aumento indiscriminato del numero delle farmacie - scrive il sindacato dei farmacisti - significherebbe negare in brevissimo l’accesso all’assistenza farmaceutica a 20 milioni di Italiani, coloro cioè che risiedono nelle zone più disagiate del territorio, dove la farmacia rappresenta spesso l’unico presidio sanitario disponibile». Le stesse considerazioni compaiono in una nota che Federfarma ha inviato al presidente del Consiglio, nella quale si sottolinea che consentire la vendita nei supermercati dei farmaci con ricetta avvantaggerebbe soltanto le multinazionali del commercio. "Nel giro di pochi mesi - si legge nella nota - moltissime farmacie si troverebbero costrette a chiudere, con il risultato che si ridurrebbero i punti di accesso al farmaco; sopravvivrebbero soltanto quelli ubicati nelle zone commercialmente più redditizie, che peraltro finirebbero per essere gestiti con logiche soltanto commerciali e speculative". In cambio della distruzione di una rete efficiente e capillare quale quella costituita dalle 18mila farmacie convenzionate con il Ssn – piccole imprese professionali che danno lavoro a 55mila laureati e a 40mila non laureati – le misure ventilate nella bozza di ddl non sarebbero di alcun aiuto ai consumatori: "in questi anni - ricorda infatti Federfarma - le farmacie sono state oggetto, più di ogni altro settore, di una serie di interventi di deregolamentazione che ne hanno profondamente modificato l’assetto. Tanto che oggi il settore è ampiamente aperto al mercato, molto di più di quanto avvenga negli altri Paesi europei". Inoltre, la deregulation cavalcata dal ministero dello Sviluppo economico si colloca in netta controtendenza rispetto "al processo di sviluppo della farmacia dei servizi" avviato dalla Salute per sostenere la territorializzazione e la deospedalizzazione della Sanità. "Il Governo - prosegue il comunicato - deve decidere se vuole una farmacia professionale, impegnata sul fronte sociale e fortemente integrata nel Ssn, oppure un punto vendita commerciale, interessato soltanto a macinare profitti».
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