16/02/2015

Farmaci, liberalizzazione del mercato secondo Coop

“Vogliamo una vera liberalizzazione. I farmaci possono costare meno così come testimonia la nostra esperienza, seppur limitata dalle attuali normative, nella vendita dei farmaci da banco. Oltre alla convenienza indiscutibile, devono pesare sul piatto della bilancia a favore di un’equiparazione completa fra farmacie e parafarmacie, la presenza anche in quest’ultime di farmacisti seri e preparati esattamente alla stessa stregua dei loro colleghi, e la maturità di comportamento dimostrata dai cittadini consumatori. Il resto è soltanto una difesa corporativa a svantaggio della collettività". E' questo l'incipit di una nota diramata da Coop a seguito delle ipotesi di liberalizzazioni allo studio del Governo e che tanto fa discutere tutti gli attori del settore coinvolti. "Una vera liberalizzazione - prosegue la nota - che dia la possibilità alle parafarmacie di diventare vere e proprie farmacie erogando tutti i servizi di quest’ultime e comunque di poter estendere alle parafarmacie la vendita dei farmaci di fascia C, ovvero dei farmaci totalmente a carico dei cittadini". Questa dunque la posizione di Coop, la prima catena della grande distribuzione in Italia ma anche un’organizzazione di consumatori forte di oltre 8 milioni di soci. Dal 2006 (anno della prima parziale liberalizzazione) Coop ha aperto 123 Coop Salute in cui operano 450 farmacisti professionisti in grado di garantire altrettanta sicurezza e professionalità dei loro colleghi che lavorano in farmacia. Nei Coop Salute i farmaci da banco costano mediamente un -25/-30 % rispetto allo stesso farmaco acquistato in farmacia. Coop inoltre vanta la sola esperienza in Italia di farmaci a marchio proprio (5 principi attivi tra i più conosciuti), in questo caso specifico i prezzi sono il 50% in meno rispetto alle corrispondenti marche di riferimento vendute nel circuito delle farmacie. “I benefici generati da una seppur parziale liberalizzazione –sostiene Coop- sono indubbi e sotto gli occhi di tutti. Non c’è motivo per arretrare su un’esperienza assolutamente positiva che ha rivelato la maturità di comportamento dei cittadini consumatori: nessun fenomeno di accaparramento, nessuna promozionalità, viceversa acquisti corretti e consapevoli esercitati in spazi definiti e delimitati. Mettere un farmaco in un circuito diverso da quello delle farmacie, ma sempre con la presenza dei farmacisti che riteniamo indispensabile, ha significato allargare il servizio, diminuire i prezzi, creare lavoro senza generare abusi. Il problema è ora non arretrare, ma rilanciare. A vantaggio della collettività, il resto è solo una difesa corporativa ed è questo ciò che ci aspettiamo da un Governo che non voglia rimanere insensibile su temi come la crescita dell’occupazione e il contenimento dei prezzi: entrambi effetti garantiti dalla prosecuzione delle liberalizzazioni". Se infatti si applicasse alla fascia C dei farmaci lo sconto medio oggi praticato da Coop sui farmaci da banco si può stimare nel medio-lungo termine, grazie anche agli effetti emulativi imposti dalla concorrenza, un risparmio per il consumatore di oltre 700 milioni di euro.
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