16/10/2014

Export negli Usa, quante regole per le imprese

L’attesa degli operatori è tutta per l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti che verrà definito a breve: le trattative sono in corso e si sta discutendo dei dettagli per giungere alla firma di quella che, in gergo tecnico, è definita la “Transatlatic Trade and Investement Partnership". Un passaggio di grande importanza, che è stato oggetto di attenzione anche nel recente seminario “Operazioni commerciali negli USA: le scelte vincenti" che ha richiamato a MalpensaFiere di Busto Arsizio 84 esponenti del mondo dell’impresa. In particolare, durante il seminario gli esperti in diritto internazionale Maurizio Gardenal e Christian Montana hanno analizzato la normativa applicabile al contratto e alle condizioni generali di vendita con gli Stati Uniti. Si è così avuta la conferma di una certa diversità, tale da richiedere grande attenzione da parte delle nostre imprese che commercializzano i propri beni e servizi oltreoceano. Un esempio? I contratti d’agenzia presentano caratteristiche differenti: l’ordinamento italiano prevede normative dettagliate, mentre la disciplina statunitense è demandata in via prevalente agli accordi tra le parti. Accordi che, quindi, è consigliabile pattuire per iscritto. E ancora, per quanto riguarda le spese processuali. normalmente negli Usa non si applica il principio processuale della soccombenza. Occorre perciò inserire nel contratto una clausola che stabilisca che tali spese siano a carico del compratore, anche per quanto riguarda i costi legali sostenuti dal venditore. Il prossimo incontro del ciclo di seminari dedicati alla formazione sul versante dell’export è fissato per lunedì 27 ottobre con un focus su “Italia e Svizzera: problematiche doganali e scambi commerciali". Per ulteriori informazioni è sempre possibile rivolgersi a Provex, la cui sede è all’interno di  MalpensaFiere, contattando gli uffici al numero telefonico 0331774377 oppure via mail: provex@provex.it.
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