20/06/2012

Che fine ha fatto lo sportello unico doganale?

Pubblichiamo il testo diramato dal presidente di Confapi Trasporti, Riccardo Fuochi, sul mancato inserimento nelle recenti disposizioni governative della norma che riguarda questo importante strumento tecnologico: "Abbiamo aspettato per anni lo sportello unico. Centinaia di convegni, incontri, seminari, migliaia di persone coinvolte per spiegarci che attuando lo sportello unico si poteva eliminare il "gap" di efficienza tra porti del nord e il nostro sistema doganale. Ebbene, nel "Decreto sviluppo" approvato durante l'ultimo consiglio dei ministri non compare la tanto attesa norma riguardante lo sportello unico doganale. Nel Piano della Logistica, fortemente voluto dal presidente Giachino al primo posto c'è proprio la "semplificazione" burocratica delle pratiche doganali: lo sportello unico. Lo scrivevamo solo una settimana fa: 'l'apertura dello sportello unico doganale permetterà di superare, finalmente, le inefficienze che contraddistinguono il sistema Italia. Il costo di tali inefficienze è stato quantificato in almeno 2 miliardi di euro annui (ma se consideriamo i traffici persi a favore dei porti del Nord Europa supereremmo i 5 miliardi di euro)'. Contemporaneamente vengono emanate norme che inaspriscono pesantemente le sanzioni previste dall'art. 303 del TULD portandole fino a 10 volte l'ammontare dei diritti maggiormente dovuti, eliminando il presupposto della "buona fede" e discriminandoci ulteriormente nei confronto degli altri Paesi UE che per gli stessi fatti non prevedono sanzioni. Addirittura alcune Dogane "integrano" la norma con circolari che prevedono pene anche a fronte di differenze di origine, non previste dalla legge. Ci chiediamo se si vuole effettivamente rilanciare lo sviluppo del Paese oppure si tende sempre di più ad attribuire maggiori poteri alla burocrazia anche a scapito dell'industria logistica che come tutti sappiamo potrebbe essere proprio uno dei motori dello sviluppo"
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