Le esportazioni di beni italiani nel 2024 dovrebbero tornare a crescere del 3,7% per consolidarsi nel prossimo anno al +4,5%. E’ quanto rileva il Doing Export Report, pubblicazione annuale curata dall'ufficio studi di SACE (gruppo assicurativo-finanziario italiano, direttamente controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale) che analizza i principali trend e le previsioni dell'export mondiale. La buona performance delle nostre vendite oltreconfine passa anche attraverso l’innovazione tecnologica, trasversale a tutti i settori produttivi.
Fattori di crescita saranno anche i progetti di sviluppo in materia di transizione green e digitale, che stimoleranno soprattutto la domanda di nostri beni d’investimento. In particolare, l’Italia è tra i leader dell’export di tecnologie low-carbon (LCT), che ha raggiunto un valore di 35 miliardi di euro lo scorso anno ed è previsto in crescita a doppia cifra nei prossimi anni (+11,1% quest’anno e +13,7% nel 2025).
L’adozione di nuove tecnologie sta spingendo l’evoluzione anche dei beni di consumo: dal settore della moda al legno-arredo che impiegano prodotti e processi innovativi, come per esempio la stampa 3D. Per i beni intermedi i segnali positivi arriveranno quest’anno da comparti come cosmetica e farmaceutica, mentre dal 2025 contribuirà la ripresa della chimica in senso stretto. L’agroalimentare si conferma uno dei settori di punta per le vendite estere del made in Italy, ancora una volta grazie all’evoluzione digitale e sostenibile: sensori, dispositivi di irrigazione intelligente, piattaforme di monitoraggio e gestione delle colture sono solo esempi di come le imprese italiane stiano affrontando le sfide del futuro.
Le imprese che hanno investito sia nelle tecnologie digitali sia nella formazione prevedono per il prossimo anno aumenti di produzione in maniera più diffusa rispetto a quelle che pur adottando il 4.0 non hanno puntato sulla formazione (36% vs 29%). In particolare, le imprese che usano strumenti di intelligenza artificiale hanno una maggiore probabilità di quasi il 10% di registrare un aumento dell’export nei prossimi anni, probabilità che raddoppia nel caso delle imprese di piccole dimensioni.
Le previsioni SACE confermano la buona performance delle esportazioni italiane nei mercati più dinamici, soprattutto in Asia e Medio Oriente. Alcuni Paesi, risultano particolarmente promettenti per il made in Italy, grazie al loro impegno nel coltivare caratteristiche come crescita, ambizione, trasformazione e alto potenziale; caratteristiche che possiamo sintetizzare nell’accezione di Paesi GATE (Growing, Ambitious, Transforming ed Emerging), porta per il futuro del nostro export.
Si tratta di 14 Paesi verso cui lo scorso anno si sono diretti circa 80 miliardi di euro di beni italiani, che cresceranno del 5,4% (in rapporto al 3,7% totale Italia) quest’anno e del 7% il prossimo: dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti a Singapore, passando per India, Vietnam e Cina; oltreoceano in Brasile, Colombia e Messico, per ritornare verso il Vecchio Continente con Serbia e Turchia e scendere in Marocco, Egitto e Sudafrica.