12/09/2013

Biologico, settore in controtendenza

La crisi sembra non interessare il segmento dei prodotti biologici. Il tasso di penetrazione dei prodotti Bio food registra infatti per l’Italia una percentuale del 54,5% (2013). Dall’indagine prodotta da Nomisma per l’Osservatorio di SANA 2012 (Sana è il salone del biologico svoltosi di recente a Bologna e giunto alla sua 25a edizione), risulta che il 32,4% dei consumatori di biologico acquista ogni giorno o quasi prodotti bio, il 31,5% almeno una volta alla settimana. La percezione di prodotto bio acquistata dipende dall’intensità di consumo complessiva. Per il 71,2% dei consumatori bio la sicurezza degli alimenti biologici rappresenta la motivazione trasversale dell’acquisto, ma tra i frequent users aumenta la quota (29%) di chi acquista i prodotti bio perché considerati “buoni". Come anticipato dal ministero delle Politiche Agricole il 5 luglio scorso, portano tutti il segno più i dati complessivi relativi al biologico italiano. Dai primi dati SINAB (Sistema d'Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica) anticipati a luglio, risulta che le aree dedicate alle colture secondo il metodo biologico nel 2012 hanno raggiunto una superficie di 1.167.362, registrando quindi un incremento del +6,4% rispetto al 2011. Le aree bio più significative risultano destinate alle colture foraggere, che arrivano a toccare una superficie complessiva di 255.003 ettari, seguite da cereali (210.543 ettari), prati e pascoli (205.156 ettari), uliveti (164.488 ettari) e agrumi (25.340 ettari). Le colture bio che hanno registrato un maggiore incremento in termini di superfici coltivate sono quelle dell’olivo ( +16%), degli agrumi (+15%) e dei cereali (+14%), mentre sono scese quelle destinate agli altri seminativi (‐52%), alle piante da radice (‐36%) e alle colture industriali (‐ 36%). In Italia (dati SINAB) la filiera del bio comprende 49.709 operatori così suddivisi: 40.146 agricoltori, 5.597 trasformatori, 3.669 agricoltori‐trasformatori, 297 importatori. Rispetto al 2011 si registra un incremento del +3%. Sicilia, Calabria e Puglia sono le regioni pilota rispetto al numero di operatori impiegati e registrano, rispettivamente, 7.918, 7.201 e 6.111 unità. In particolare, emerge che la Puglia ha segnato nel 2012 un incremento del +20% degli operatori della filiera del bio. Nel nostro Paese sono aumentati anche i negozi specializzati che vendono prodotti biologici: dalle 1.163 unità registrate nel 2010 si è arrivati nel 2012 a 1.270 (dati BioBank). Più in dettaglio, il Sud e le Isole e le regioni del Nord‐Ovest hanno registrato rispetto al 2010 un incremento del +14%. L’Unione Europea rappresenta il 41% del mercato mondiale relativo al food bio. Le vendite maggiori si registrano in Germania, con 6.590 milioni di euro, seguita da Francia con 3.756 milioni di euro. In Italia si attestano a 1.720 milioni di euro annui con una variazione percentuale positiva (2011‐2009) del +15%. Nel primo semestre 2013, mentre risultano in diminuzione le vendite alimentari totali (quindi non solo bio), che si attestano a ‐ 4% per le piccole superfici e a ‐ 0,8% per la GDO, al contrario volano i consumi domestici dei prodotti bio confezionati, segnando una variazione positiva rispetto al 2012 del +8,8% (dati Ismea/Gfk‐Eurisko). Nel raffronto 2011‐2012 per categoria merceologica degli acquisti, la variazione percentuale appare invece in crescita nel settore dell’ortofrutta fresca e trasformata (+8%), in quello lattiero caseario (+4,5%), in quello dei biscotti, dolciumi e snack (+23%); una leggera flessione si riscontra invece nell’acquisto di uova (‐2%). Nel 2012, gli acquisti domestici di prodotti alimentari biologici confezionati nel Nord Italia coprivano il 70,8% del totale, il 22,3% nel Centro Italia (Sardegna compresa) e il 6,9% nel Sud Italia. Il tasso di penetrazione dei prodotti Bio food registra per l’Italia una percentuale del 54,5% (2013).
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