02/11/2017
"Guardando alla stesura delle nuove norme che
l'Unione europea dovrà stabilire con il Pacchetto Stradale, e in
vista della riunione dei ministri dei trasporti Ue che è attesa
per l'inizio di dicembre, esprimo l'auspicio che la posizione
dell'Italia andrà nella direzione di favorire la creazione di
condizioni omogenee, prima di assecondare le spinte verso una
maggiore liberalizzazione".
Lo ha scritto la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora
Serracchiani, in una lettera indirizzata al ministro dei
Trasporti, Graziano Delrio, nella quale sottolinea il "grande
disagio della categoria dell'autotrasporto che, in particolar
modo in Friuli Venezia Giulia, patisce da molto tempo quella che
possiamo definire senza esitazioni una concorrenza sleale da
parte di società prevalentemente dell'est Europa".
Niente "distacco internazionale" per chi opera nel trasporto stradale
Riferendosi alle posizioni di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti,
che hanno proclamato tre giorni di sciopero, e a quelle dei
sindacati datoriali dell'autotrasporto (Unatras Anita), tutti
contrari al "fenomeno del distacco internazionale", Serracchiani
nella lettera ha fatto esplicito riferimento all'accordo firmato
nei giorni scorsi dai ministri europei del Lavoro che "ha sancito
un compromesso sulla riforma del distacco internazionale dei
lavoratori, che però esclude proprio il trasporto stradale".
In proposito, pur non entrando nel merito delle "logiche
internazionali che hanno portato a una decisione che vede ancora
una volta soddisfatte in primo luogo le richieste dei Paesi che
praticano più assiduamente il cabotaggio e da cui viene attinto
personale remunerato a basso costo", la presidente del Friuli
Venezia Giulia ha evidenziato "le conseguenze negative che il
mantenimento di tali prerogative genera sul tessuto
imprenditoriale della mia regione, e non solo".
Recepire le esigenze di una categoria importante per la logistica italiana
"A differenza dei lavoratori degli altri settori che operano in
regime di distacco internazionale, infatti, gli autisti
dell'autotrasporto internazionale - ha precisato Serracchiani - continueranno
a operare con l'attuale Direttiva del 1996, ossia senza una
disciplina comunitaria sul salario minimo, e lavoreranno così con
quello del Paese di provenienza. In sostanza, con l'esclusione
degli autotrasportatori dal principio 'per lavoro uguale, salario
uguale', alte rimangono le barriere che impediscono alle nostre
imprese di competere con successo sul nostro stesso territorio".
Da qui la richiesta esplicita al ministro Delrio che "siano
recepite le necessità di una categoria che rappresenta uno dei
pilastri della filiera della logistica in Italia, oggi in grave
difficoltà".
Share :