01/12/2020
Pubblicato oggi sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’atteso decreto sui costi indicativi di riferimento dell’attività di autotrasporto merci.
La pubblicazione avviene a conclusione di una vicenda che ha visto il
decisivo contributo della Corte Costituzionale e dell’Autorità
Antitrust, con il coinvolgimento degli stakeholder e che ha portato a una rilevazione dei valori di riferimento dei costi di esercizio che
definisce un sistema di forcelle il più ampio possibile, evitando di
individuare valori dettagliati per ogni singola voce di costo medio,
provvedendo invece ad aggregare le singole voci di costo omogenee.
Il settore dell’Autotrasporto aspettava da molto tempo un nuovo piano di
valori indicativi, sul quale il Mit si è impegnato con una procedura
complessa che ha portato i risultati sperati.
L’impostazione metodologica utilizzata distingue quattro classi di
veicoli con riferimento alla massa complessiva massima di ciascun
veicolo (fino a 3,5 tonnellate, oltre 3,5 e fino a 12 tonnellate, oltre
12 e fino a 26 tonnellate, oltre 26 tonnellate) e individua quattro
voci di costo da associare alle forcelle di valori minimo-massimo,
distribuite su 3 sezioni.
Inoltre, per quanto riguarda i veicoli di massa complessiva fino a 3,5
tonnellate, utilizzati per lo più nel trasporto di ultimo miglio in
ambito urbano e con percorrenza inferiore ai 100 chilometri, pur essendo stati
valorizzati i costi di riferimento, la remunerazione del servizio
potrebbe essere riferita, vista la peculiarità dello stesso, al fattore
tempo impiegato.
Il decreto ribadisce anche la natura non cogente dei valori dei costi di
esercizio e fa comunque riserva, dove necessario, di procedere con
eventuali aggiornamenti dei valori dei costi.
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