01/10/2012
È di pochi giorni fa un ennesimo comunicato dell’Autorità portuale di Venezia dai contenuti non
corrispondenti alla realtà per quel che riguarda i servizi tecnico nautici, con particolare riferimento al
rimorchio portuale. In un momento così delicato per la portualità italiana, Federimorchiatori lo ritiene un
atto disinformativo e distorsivo. E così in una nota scrive:
"Le società di rimorchio portuale sono regolamentate entro parametri chiari e trasparenti combinati in un
sistema che ne prevede la discussione di merito e impedisce qualsiasi arbitrarietà e discrezionalità
tariffaria. Le società di rimorchio portuale sono sottoposte a controlli e alla disamina di merito dei bilanci
delle società concessionarie, delle singole voci di costo e della loro capacità di gestire efficacemente il
servizio, in un processo che coinvolge in primo piano le Autorità portuali e le associazioni rappresentative di
tutti gli utenti del servizio, oltre quelle degli erogatori, con il controllo del Ministero competente. Pertanto,
per qualsiasi soggetto commercialmente interessato - AP, Agenti marittimi ed Armatori - è possibile entrare
nel merito di gestione e organizzazione del servizio di rimorchio, e dunque nelle conseguenti tariffe che ne
scaturiscono, con un processo di totale trasparenza.
Per quel che riguarda il porto di Venezia, non può essere trascurato che si tratta di un porto laguna con le
banchine commerciali tra i canali, irraggiungibili senza il supporto dei servizi tecnico nautici e, particolare
generalmente omesso, con tempi enormi di attraversamento: le manovre delle navi nel porto di Venezia
richiedono un tempo di impegno al servizio di rimorchio che non ha uguali in Italia. A questo si aggiunge il
fenomeno naturale giornaliero dei picchi di marea, che genera un congestionamento del porto
complessivamente di circa 5-6 ore al giorno per le navi che richiedono tutto il pescaggio, rendendo
impossibile un’organizzazione del servizio spalmata omogeneamente sulle 24 ore.
Allora a chi i porti li conosce, diviene evidente che ergere Venezia a porto pilota per cambiare leggi, norme
e regolamenti non può che apparire quantomeno bizzarro, date le caratteristiche corografiche e meteomarine
che lo rendono unico. Allo stesso modo, tentare di superare gli handicap morfologici a scapito degli
erogatori di servizi, magari invocando regolamentazioni ad hoc che introdurrebbero una distorsione nella
concorrenza tra porti, non può che apparire strumentale. Non è facendo di ogni porto uno stato che
potremo affrontare la crisi e l’auspicata ripresa. Infine, per la cronaca, a Venezia le tariffe di rimorchio sono
divise per tipologia di navi e chiunque potrà verificare che, ad esempio, una nave traghetto paga 500,00
euro a toccata".
Share :