12/06/2012

Anita chiede un allentamento della pressione fiscale sul costo del lavoro

La tassazione e i costi elevati hanno raggiunto livelli insostenibili nel nostro Paese. Nel 2011 la pressione fiscale sulle imprese è arrivata al 68,5%. L’Italia ha il primato della pressione fiscale sul costo del lavoro con il 42,3% a fronte di una media europea del 33,4%. A queste condizioni è difficile competere e per le imprese italiane è forte il rischio di destrutturazione e delocalizzazione. E’ l’allarme lanciato da Anita, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese più grandi di autotrasporto in Italia, in occasione dell’assemblea generale tenutasi a Taormina. Sono le imprese con dipendenti ad essere maggiormente penalizzate dall’elevato costo del lavoro e molte di queste sono spinte a spostare la propria attività all’estero dove i costi sono molto più bassi. “Non possiamo accettare che ciò avvenga. Dobbiamo creare le condizioni affinchè le imprese forti restino in Italia - ha dichiarato il presidente di Anita, Eleuterio Arcese - Per il nostro Paese oltretutto sarebbe una grave perdita in termini di entrate tributarie, fiscali e di posti di lavoro. Ne risentirebbe l’intero sistema economico già fortemente debole. Su cento veicoli immatricolati all’estero, ad esempio, l’erario perderebbe quasi otto milioni di euro l’anno. Numeri che fanno riflettere e devono spingerci ad accelerare i processi di riforma del settore e di riduzione dei costi e livelli di tassazione". Bisogna rendere strutturali le misure sulla riduzione del costo del lavoro e prevedere sgravi contributivi alle imprese che assumono padroncini che vogliono lasciare l’attività e a coloro che si impegnano a rendere stabile l’occupazione o a incrementare livelli occupazionali: sono queste le proposte avanzate da Anita nell’assemblea annuale alla presenza del sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Guido Improta. SI ALLEGA il discorso del presidente Arcese.

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