12/05/2015

Anita chiede l’uscita dell’Italia dalla quota-Cemt

L’attribuzione di autorizzazioni Cemt * alle imprese italiane di autotrasporto ha segnato nel 2015 il superamento del punto di non ritorno per il trasporto italiano. La graduatoria Cemt ha attribuito ben 197 autorizzazioni su un contingente di 268 unità e sono soltanto 71 quelle rinnovate a inizio anno per avere effettuato un numero minimo di viaggi. “Le performance delle imprese italiane di autotrasporto rispetto a quelle dei Paesi non-Ue mostrano un costante peggioramento nell’ultimo decennio e ciò – ha dichiarato Thomas Baumgartner Presidente di Anita – in assenza di radicali scelte politiche da parte del Governo, si tradurrà nella definitiva uscita del vettore nazionale dalla scena internazionale del traffico delle merci. Basti pensare che il solo costo del conducente è fino a tre volte più alto che nell’Est europeo".

Con l’allargamento dell’Unione europea avvenuto negli scorsi anni, le autorizzazioni multilaterali Cemt sono divenute meno interessanti per le nostre imprese, poiché 28 dei 43 Paesi aderenti alla Cemt sono Stati membri dell’Unione europea. Di conseguenza, molti dei trasporti sono stati liberalizzati e sono eseguibili con licenza comunitaria. “Anita non è contraria all’apertura dei mercati, a patto che vi siano parità di condizioni gli tra operatori che oggi, purtroppo, ancora non si verificano nemmeno all’interno dell’Unione, dove il dibattito sui trasporti di cabotaggio e la mancanza di condizioni paritarie costituisce un freno ad ulteriori aperture del mercato dei servizi di trasporto", continua Baumgartner. 

La partecipazione dell’Italia alla quota-Cemt dovrebbe rendere possibile lo svolgimento dell’attività di trasporto nei Paesi dell’area Cemt, ma questo avviene sempre meno, come testimoniano i dati statistici sull’utilizzo delle autorizzazioni internazionali. In Italia, ogni anno, vengono effettuati centinaia di migliaia di trasporti da parte di vettori stranieri con autorizzazioni Cemt e autorizzazioni a viaggio, sia in traffico bilaterale sia triangolare. 

L'uscita dell'Italia dalla Cemt - assicura il presidente di Anita - permetterebbe alle imprese italiane di trasporto di recuperare quote di mercato internazionale contrastando il fenomeno del dumping sociale, attraverso una reale attività che non sia puramente simbolica, come avviene attualmente, e che comporterebbe un vantaggio per l’economia nazionale. Al contrario, la permanenza italiana nella Cemt, assicurerebbe solamente un ricco mercato del trasporto ai vettori extra e neo-comunitari, i quali si contenderanno i traffici internazionali con origine/destino nel nostro Paese. Anita chiede al Ministro Delrio di voltare pagina e di uscire dalla Cemt per contrastare la crescente marginalizzazione delle imprese italiane dai traffici internazionali. E sono sicuro che anche altri Paesi dell’Unione seguiranno il nostro esempio per far recuperare quote di traffico alle proprie imprese". 


Dal dizionario del trasporto di TimoCom 
CEMT: Un'autorizzazione Cemt (Conférence Européenne des Ministres des Transports / Conferenza Europea dei Ministri dei Trasporti) consente alle aziende di effettuare trasporti di merce su strada nell'ambito dei Paesi della Conferenza Europea dei Ministri dei Trasporti (oltre ai Paesi dell'OCSE ci sono anche molti Paesi dell'Europa orientale e sudorientale). L'autorizzazione Cemt non autorizza al traffico interno in un Paese aderente all'accordo Cemt o ad effettuare trasporti tra un Paese aderente all'accordo Cemt e un Paese non aderente all'accordo Cemt. Le autorizzazioni vengono rilasciate dal ministero dei Trasporti e del Commercio pertinente. L'ottenimento delle autorizzazioni è soggetto a disposizioni severe; ad esempio, l'azienda deve avere in disponibilità veicoli delle categorie Euro 1 - 4. Riguardo al rilascio delle autorizzazioni non si possono avanzare pretese legittime. L'autorizzazione va portata con sé ad ogni viaggio - con o senza carico - e compilata prima di ogni inizio di viaggio. L'autorizzazione vale per un anno civile.
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