ProLogis è società americana leader mondiale nel settore immobiliare per la logistica, presente anche in Italia con una vasta gamma di immobili, parchi logistici e terreni per costruzioni di elevata capacità qualitativa. Nel nostro Paese conta circa 20 addetti ed è basata nelle diverse zone chiave del territorio, in grado così di assicurare ai suoi clienti il miglior accesso possibile alle vie di trasporto nazionali ed europee. Il 2021 di ProLogis si è concluso con un profitto di circa 41 milioni di euro, in crescita dello 0,2% rispetto al budget previsto. Sull’attività di Prologis, con particolare riferimento alla realizzazione di PARKlife in Lombardia, abbiamo rivolto alcune domande a Sandro Innocenti, country manager Italia.
Sandro Innocenti
Partiamo dall’iniziativa che vi è valso “Il Logistico dell’Anno" da parte di Assologistica, con la motivazione: “per l’innovazione apportata nell’ambito del welfare aziendale grazie alla filosofia PARKlife applicata per la prima volta in Italia presso il ProLogis Park Lodi". Si è trattato di un’idea sua, vero?
I parchi logistici sono estranianti, caratterizzati da spazi molto vasti “riempiti" con magazzini di cemento armato, sempre anonimi se non brutti da vedere. L’uomo, il lavoratore risulta “piccolo" rispetto a questo sistema. PARKLife nasce per rendere le strutture logistiche più a misura d’uomo, più fruibili per chi ci lavora. Come Gruppo ProLogis, in altre parti del mondo - soprattutto in Giappone e in Inghilterra - abbiamo notato che le società di logistica devono affrontare una severa competizione per assicurarsi le risorse migliori, cioè i lavoratori che sempre più spesso sono laureati in informatica, tecnici in grado di riparare robot, nastri trasportatori intelligenti, macchine a controllo numerico. Così abbiamo deciso di dare a questi nuovi soggetti professionali la stessa possibilità di lavorare in centro città, dove si ha la possibilità di essere attorniati da cose belle e di ricevere servizi. PARKLife nasce per questo: creare benefit anche a chi lavora in stabilimenti che si trovano in periferia o in posti di campagna difficili da raggiungere. Nel caso specifico l’ispirazione mi è venuta vedendo casualmente un graffito disegnato sulla parete dell’oratorio della chiesa di Sant’Antonio a Pisa, affrescato in perfetto stile Urban Art. È così che ho pensato di ricreare questo tipo di messaggio anche all’interno dei parchi logistici. Allora abbiamo individuato un direttore artistico che ha messo a punto una specie di concorso fra i tanti artisti che si occupano di Street Art. Alla fine abbiamo scelto le otto opere migliori che sono quelle che poi sono state realizzate su altrettante strutture nel centro Ceva di Somaglia, vicino a Lodi.
Quello che ne è uscita si può definire un nuovo modo di fare “mostra", del tutto innovativo…
Esatto, una sorta di esposizione a cielo aperto della quale possono godere anche i cittadini. Abbiamo pensato che queste opere erano a beneficio dei dipendenti, ma la Urban Art per definizione è qualcosa di cui tutti devono usufruire, quindi anche dalla comunità che vive intorno al parco logistico. Così abbiamo organizzato, in accordo con le amministrazioni comunali circostanti, una serie di visite guidate a novembre. Ne abbiamo fatte già qualcuna, e visto il riscontro positivo ne abbiamo messe in programma ancora da fine marzo, quando arriverà la bella stagione. Questo permetterà a gruppi di cittadini e alle scolaresche di Lodi, Somaglia e Casalpusterlengo di visitare e godere di questa forma artistica gigantesca e del tutto nuova.
Ma non vi siete fermati ai murales, perché avete “abbellito" gli spazi anche con altre fruizioni. Quali, esattamente?
Le opere d’arte non dovevano rivelarsi fine a sé stesse, quindi abbiamo organizzato un percorso per poterle ammirare in maniera più completa creando aree pic-nic, percorsi pedonali e ciclabili, attrezzature per momenti di svago. In pratica, punti d’incontro dove i “visitatori" possano godere di momenti di pausa magari sorseggiando un caffè, parlando con altri di quello che hanno visto e godendo insieme di un momento particolare.
Siete stati così lungimiranti che un’iniziativa del genere può senz’altro essere replicata altrove…
Certo. All’estero, per esempio, i miei colleghi polacchi e della Repubblica Ceca si sono mostrati molto interessati i e stanno ipotizzando l’applicazione dello stesso concetto da loro. Ancora, in Olanda ProLogis ha realizzato un murales gigante, ma in questo caso all’interno di un magazzino. Insomma, la cosa sta prendendo piede anche fuori dai nostri confini. Da noi il progetto PARKlife non si ferma certo a quello che abbiamo fatto finora. Per esempio, stiamo realizzando e applicando qualcosa di innovativo anche all’interno dell’Interporto di Bologna dove faremo qualcosa che metterà in collegamento l’Urban Art con lo sport. Nel particolare posso anticipare che stiamo realizzando una vera e propria cittadella dello sport, anche perché possiamo usufruire di spazi esterni di notevole ampiezza. Ancora, a Romentino, in provincia di Novara, abbiamo in cantiere qualcosa di simile di quanto realizzato a Lodi e coinvolgeremo alcuni degli artisti che già ci hanno supportato in quella situazione, aggiungendone altri. Come Peeta, un autentico genio che forse è attualmente il migliore italiano nel campo della Street Art, molto quotato anche a livello mondiale. Non vedo l’ora di poter ammirare quello che realizzerà per noi. Contiamo di terminare entrambe le realizzazioni entro l’estate, quando le presenteremo ufficialmente alla stampa.
Nel complesso, la vostra è configurabile come una vera e propri opera di mecenatismo particolarmente encomiabile, non crede?
Certo, ma non si tratta solo di “generosità" fine a sé stessa. Il tutto è compiuto anche in favore dei clienti che così possono attirare i talenti migliori, come ho già accennato. Quindi, se la soddisfazione che ne scaturisce è funzionale a loro, di conseguenza la positività dell’iniziativa si riverbera anche su di noi. Credo che realizzare qualcosa di bello, funzionale e duraturo rappresenti un merito che crea sempre benefici ai suoi promotori.
Parliamo di formazione: avete iniziative in corso?
Oltre a quelle interne d’aggiornamento - che sono periodiche e costanti come si deve a un’azienda come la nostra - posso rivelare che è in fase di messa a punto un corso post laurea in logistica a Piacenza, in accordo con PoliMi e probabilmente anche come la Bocconi. Noi ci siamo proposti come sponsor per finanziare alcune borse di studio.
Come ha influito la pandemia sul vostro lavoro, in questi due anni?
La situazione pandemica attuale ha comportato parecchie negatività ma, nel contempo, ha costretto a ricorrere in maniera più consistente all’e-commerce, situazione che ha comportato da parte nostra una maggiore attenzione alle peculiarità proprie della logistica. Quindi si è verificata una grande spinta, una scintilla propositiva verso il bisogno di una logistica più moderna, amo rispetto al quale l’Italia era arretrata rispetto altri Paesi europei. Abbiamo quindi avuto l’opportunità come ProLogis di affermare la capacità di proporre soluzioni tecniche e impiantistiche anche per affrontare al meglio rispetto all’epoca in cui viviamo, anche in termini di sostenibilità e rispetto verso l’ambiente, dimostrando così che dalle avversità può scattare l’impulso a migliorare e rendere più efficace ed efficiente il nostro supporto al settore nel suo complesso.
di Tiziano Marelli