27/01/2025

Reverse charge e logistica: Andrea Parolini spiega come si sia raggiunto l'accordo

Sull’introduzione del reverse charge applicato anche al settore della logistica e approvato dal Governo nel maxiemendamento votato dal Parlamento lo scorso 29 dicembre, abbiamo approfondito il tema con Andrea Parolini, che ha seguito – per conto di Assologistica – tutto l’iter fino alla sua conclusione positiva. 

Può spiegare brevemente come mai Assologistica ha proposto una modifica normativa in materia IVA nel settore della logistica? Parolini:  Le società che operano nel settore della logistica in questi ultimi anni sono state oggetto di molteplici verifiche da parte della Autorità Giudiziaria che in alcuni casi sono sfociate in procedimenti penali che contestavano la genuinità dei contratti di appalto di servizi concluse tra le società di logistica e i loro fornitori di servizi. Le condizioni previste nei contratti e le concrete modalità di esecuzione degli stessi hanno infatti portato gli uffici di svariate Procure a contestare la legittimità di tali contratti che sono stati riqualificati come somministrazione illecita di lavoro dipendente. Dalla asserita illiceità di tali contratti discendono però anche effetti  ai fini IVA in quanto l’imposta versata dal committente (la società di logistica) al prestatore di servizi diviene indetraibile. Le ricadute fiscali sono gravose e spesso distorsive in quanto il committente di fatto viene reso solidalmente responsabile di violazioni fiscali commesse dal prestatore.

Una situazione piuttosto diffusa, dunque? Parolini:  Il legislatore fiscale era già intervenuto su tale tema nel 2019 introducendo nel nostro ordinamento una disposizione destinata all’applicazione del reverse charge nei settori nei quali i servizi resi sono caratterizzati da prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi di attività del committente con l'utilizzo di beni strumentali di proprietà di quest'ultimo o ad esso riconducibili. L’efficacia di tale disposizione era però condizionata alla approvazione della misura da parte dell’Unione europea. Tale misura, però, non è mai stata approvata e non è mai divenuta quindi efficace in quanto, con ogni probabilità, è stata ritenuta troppo ampia. Il problema rimaneva quindi irrisolto.

Quali sono i punti che Assologistica ha dovuto considerare nello sviluppare la propria proposta? Parolini:  L'Associazione si è mossa prendendo atto che non si può, e non si deve, tentare di influenzare né tantomeno limitare il potere dell’autorità inquirente. Per questo, la proposta si focalizza esclusivamente sull’eliminazione delle distorsioni fiscali poc’anzi menzionate. La soluzione proposta da più parti era quella di modificare, limitandone il campo di applicazione soggettivo, la norma sul reverse charge introdotta nel 2019. Tale proposta però non teneva conto delle evoluzioni giurisprudenziali e normative in materia di reverse charge che sostanzialmente prevedono che la neutralità dell’IVA non debba essere garantita quanto l’operazione sia ascrivibile ad una frode o evasione fiscale, circostanza che invece veniva spesso contestata in sede penale e tributaria. Era quindi necessario adottare un approccio diverso in modo tale da trovare una soluzione che neutralizzasse qualsiasi rischio di frode fiscale.

E quale è stata la soluzione proposta? Parolini: E' stata quella di prevedere che le parti possano accordarsi affinché il pagamento dell’IVA sulle prestazioni venga effettuato dal committente in nome e per conto del prestatore introducendo altresì un meccanismo volto a garantire la neutralità dell’imposta in caso di riqualificazione. 

Si è trattato di un percorso lungo e particolare, ma alla fine perseguire la volontà di introdurre anche nel settore della logistica si è rivelata un’iniziativa vincente. Cosa ne pensa? Parolini: Credo per certo che il risultato finale sia estremamente positivo. I confronti tecnici sul tema si sono tenuti sia a livello centrale, e cioè dialogando con il ministero dell’Economia, sia rappresentando la soluzione in via informale alla Commissione europea proprio per valutarne la compatibilità con il diritto unionale. Ovviamente, tali confronti hanno impegnato l’Associazione per molti mesi, ma c’è stata una netta accelerazione nel corso dei mesi di novembre e dicembre dello scorso anno. La proposta di Assologistica, infatti, è stata fatta propria dal ministero dell’Economia che ha poi sviluppato il testo normativo poi confluito nel maxiemendamento governativo alla Legge di Bilancio per l’anno 2025. 

Questo reverse charge è definito ‘atipico’: perché? Parolini: Questa è la definizione data da Assologistica alla disposizione in quanto si inseriva nell’ambito delle interlocuzioni sulle modifiche alle disposizioni in materia di reverse charge già in vigore dal 2019. Quando ho rappresentato che tale soluzione non avrebbe migliorato il profilo di rischio per le imprese, Assologistica mi ha chiesto di provare a ipotizzare una soluzione alternativa. Questa soluzione non poteva che prevedere il pagamento effettivo e completo dell’IVA, senza snaturare il meccanismo dell’imposta, circostanza che avrebbe reso la norma contraria al diritto dell’Unione europea. Nel corso di queste riunioni, la soluzione da me proposta è stata soprannominata “reverse charge atipico”.  Dal punto di vista tecnico sarebbe comunque più corretto definire la norma nel suo complesso come una scissione dei pagamenti con delegazione di pagamento, ma mi sono reso conto anch'io che tale definizione era un po’ troppo complessa e poco efficace. 

Secondo lei quando entrerà in vigore la nuova normativa, visto che necessita di uno specifico regolamento da parte dell’Agenzia delle Entrate? Parolini:  Non è possibile prevederlo con certezza. Io ritengo che il provvedimento da parte della direzione dell’Agenzia delle Entrate potrebbe essere emesso anche in tempi brevi, ma molto dipende dalle priorità dell’Agenzia delle Entrate. Voglio però essere ottimista e credere che l’iter non sarà lungo.

Come considera il ruolo di Assologistica durante tutto l’iter che ha poi portato all’approvazione della normativa? Parolini: Assolutamente determinante nel portare a buon fine una normativa totalmente innovativa. Voglio altresì sottolineare che l’atteggiamento di Assologistica è stato molto serio e responsabile anche in quanto ha proposto un meccanismo che garantisce all’Erario l’incasso integrale dell’IVA dovuta sulle prestazioni eliminando il rischio che le somme incassate dal prestatore possano essere indebitamente compensate con altre imposte o contributi. Il merito principale di Assologstica è stato, quindi, quello di prendersi carico di una norma connotata da un forte elemento di responsabilità nella valutazione degli errori che possono essere commessi nell’ambito di un’attività imprenditoriale.

Per lei si è trattato di un impegno difficile? Parolini:  Sicuramente non facile, anche perché l’incarico veniva da una associazione di categoria cruciale per il sistema Paese. Ciò detto, l’attività nel suo insieme è stata decisamente stimolante e la soddisfazione che ho provato dopo che il principio è stato recepito in sede legislativa è stata tanta. Ribadisco, però, che l’apporto di Assologistica è stato essenziale in quanto la proposta è stata elaborata tenendo conto delle preziose indicazioni dalle imprese associate e aderenti ad uno specifico Gruppo di lavoro interno ad Assologistica.

di Tiziano Marelli

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