04/01/2018
Parla Marco Dallaglio di Gema Magazzini Generali
Tra
pochi mesi, nel comune di Montese, su
un’area di 25 mila mq a 846 metri di altitudine al confine tra le province di Modena
e Bologna, aprirà i battenti - unico nella filiera di riferimento - un magazzino generale dedicato a stagionatura
e custodia delle forme di Parmigiano Reggiano convenzionali, biologiche e marchiate “prodotto di
montagna". La sua realizzazione è a cura di Gema Magazzini Generali, società di Reggio Emilia partecipata dal
Banco S. Geminiano e S. Prospero, Gruppo Banco BPM, che da tempo gestisce in regime di magazzino
generale lo stoccaggio per conto terzi di formaggi a pasta dura e principalmente
il Parmigiano Reggiano. Nell’operazione la Spa ha investito 12 milioni di euro. Al responsabile tecnico Marco Dallaglio abbiamo chiesto di
chiarirci alcuni aspetti di questo progetto sostenuto dal Consorzio del
formaggio Parmigiano Reggiano, che ha anche fissato i requisiti a difesa e
tutela della denominazione d’origine nelle zone qualificate “di montagna".
Qual è la motivazione che ha spinto Gema
Magazzini Generali a investire in questo progetto? Dallaglio: Nelle
aree modenesi qualificate “di montagna", così come definite dal Consorzio del
Parmigiano Reggiano, sono operativi 42
caseifici con una produzione annua di oltre 194 mila forme del pregiato
formaggio. Pesava l’assenza di una struttura (operante come magazzino
generale) che potesse dare ordine e disciplina sia dal punto di vista
qualitativo che logistico in un’area dove la produzione risulta in costante
crescita, come pure in crescita è la domanda da parte dei consumatori. Il magazzino
di Montese permetterà ai produttori di effettuare anche la stagionatura in loco
e ottenere quindi l’attribuzione dell’ulteriore prestigioso marchio “Prodotto
di Montagna". La nuova struttura ha già pure suscitato l’interesse di alcuni caseifici ubicati nelle altre province dell’Appennino
pronti a usufruire dei servizi di Gema, cui – ricordo - è stata conferita, prima e unica nella filiera di
riferimento, la certificazione sulla “sicurezza alimentare" UNI EN ISO
22000:2005, che si somma al già
qualificato bagaglio di certificazioni in possesso della nostra società.
Quale è stata la risposta da parte delle
autorità locali? Dallaglio: Il
progetto è sempre stato ben percepito anche a livello amministrativo locale e
lo stesso tessuto produttivo montano si è sentito supportato dalla nostra
iniziativa, dal momento che mancava un tassello finale nella sua operatività.
Ricordo che Gema accoglie il prodotto da dopo la produzione gestendone
distribuzione e vendita, accompagnando la filiera sia dal punto di vista
qualitativo che amministrativo-finanziario, dalla nascita del valore fino alla
commercializzazione finale del prodotto.
Quali caratteristiche presenta la nuova
struttura? Dallaglio: Il
magazzino, sottoposto al monitoraggio continuo della temperatura (16-18gradi) e dell’umidità
(75-85%), si estende su una superficie
di circa 25 mila mq, occupandone di fatto una porzione di 8500 mq, dove sono gestiti in modo completamente
informatizzato 170 mila posti forma.
I clienti, tramite accesso all’area riservata del sito www.gemabpv.it, potranno visionare in tempo reale movimentazione e giacenza
del loro prodotto.
Nel magazzino generale di 8500 mq sono gestiti 170 mila posti forma
Tutto questo suppongo abbia comportato
importanti investimenti in tecnologia… Dallaglio: Nel
rispetto della migliore tradizione di stagionatura, Gema si è munita di mezzi e strumentazioni tecnologicamente avanzati,
dotando la struttura di qualificate soluzioni impiantistiche made in Italy,
rispettose della materia che devono gestire. Segnalo ad esempio che ogni giorno nel magazzino si ricambiano 64 mila
m3 di aria, rinnovando
l’atmosfera interna con quella esterna, senza che però sia percepita pressione dell’aria, perché il formaggio ha bisogno di una condizione di ambiente molto
delicata e rigorosa allo stesso tempo;
diversamente la presenza di pressioni dell’aria imporrebbero frizioni sulla
materia prima del formaggio, favorendo il calo peso, che invece è determinato fisiologicamente
in percentuali molto precise. E’ quindi interesse, sia nostro che del cliente,
mantenere nei perfetti parametri questo calo peso.
Come viene gestito il rapporto con i
produttori di forme di formaggio? Dallaglio: Viene
redatto un contratto tra partner, in
quanto Gema ha a cuore il rispetto delle normali abitudini sia logistiche che
qualitative dei produttori di formaggio. Una volta conosciuto il cliente,
ascoltiamo le sue richieste (che possono cambiare anche di mese in mese) e viene
elaborato un piano d’azione. Gema ha l’autorizzazione a rilasciare una perizia
che dà successivamente origine a un documento redatto su carta filigranata non
riproducibile (warrant) nella quale indica che per numero di forme e
di chili in un determinato momento vi è un dato valore. Il cliente con tale documento
può presentarsi in qualsiasi istituto di credito e chiedere un’anticipazione monetaria
che la banca è ben contenta di concedere, in quanto in presenza di un credito
garantito da un terzo, il magazzino generale appunto, sempre corrisposto da un
valore alto e a rischio zero.
Che dire dei costi dei vostri servizi? Dallaglio: Abbiamo
una tariffa per tonnellate riferite al
mese di competenza, nonché la possibilità di usufruire sia di servizi
ordinari che straordinari (battiture, trattamenti straordinari del formaggio, espertizzazioni qualitative attraverso
raggi X e molti altri).
E della parte distributiva del prodotto? Dallaglio: Noi non commissioniamo trasporti, ma nella nostra filiera ci sono vettori che abbiamo
identificato come specifici del settore in quanto dotati delle doverose e adeguate coperture assicurative, nonché
di tutte le particolarità strutturali atte al mantenimento qualitativo e
igienico-sanitario della merce trasportata; tali vettori coprono tutta la zona del parmigiano reggiano e ad
essi il produttore può rivolgersi.
Avete altre strutture simili a quella
modenese? Dallaglio: Gema
dispone di un’altra struttura a Castelnovo
di Sotto (Reggio Emilia), sede storica e amministrativa della società, che qui
gestisce 230 mila posti forma. Siamo
nel cuore della culla del grana, in una posizione strategica della filiera
lattiero-casearia relativa alla produzione del formaggio a pasta dura
Parmigiano Reggiano e Grana Padano.
Avete predisposto particolati accorgimenti
sismici nelle vostre strutture? Dallaglio: Il
tema sismico è di primaria importanza e punto di partenza dei nostri progetti: le scaffalature speciali adibite allo
stoccaggio della merce sono state studiate, progettate e realizzate
raggiungendo le più alte resistenze sismiche rapportate alla zona di ubicazione
e la struttura non è stata concepita come un semplice involucro di
calcestruzzo che protegge macchinari e forme di formaggio. Il magazzino è il nostro miglior amico, per questo deve essere
anti-sismico e garantire determinate rigidità strutturali, ma soprattutto contenere quell’ecosistema composto da
macchine e processi rispettosi delle modalità indicate dal Consorzio di
produzione. Al riguardo segnalo che abbiamo adeguato in chiave anti-sismica
anche la struttura di Castelnovo di Sotto, per dimostrare vicinanza al tema e
rispetto del cliente.
di Ornella Giola