
Andrea Scrocco, 39 anni, è il direttore responsabile dei servizi di logistica e trasporti della Fondazione Milano Cortina, la società che si occupa dell’organizzazione di Olimpiadi e delle Paralimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026. Euromerci lo ha intervistato.
Partiamo anzitutto dal fatto che lei è originario proprio di Cortina d’Ampezzo, e quindi è particolarmente coinvolto - oltre che professionalmente, anche emotivamente - dall’evento planetario che parte fra circa dieci mesi. Può spiegare com’è arrivato ad ottenere un incarico così importante per tutto il settore della logistica? Scrocco: Si è trattato di una scelta molto voluta e perseguita tenacemente. Io sono nato e cresciuto in quelle valli, poi mi sono trasferito a Milano per gli studi universitari. Quindi, posso definire come ottimale l’abbinamento personale-professionale rispetto a quello che sto facendo adesso. Inizialmente avevo intrapreso un altro tipo di carriera sempre nella logistica con Eni, dove ho passato dieci anni praticamente girando il mondo, ma continuando anche a fare il maestro di sci nel tempo libero, appena possibile, sulle piste di casa. A un certo punto ho anche voluto aiutare nell’organizzazione di eventi sul posto, attività che avevo già cercato di esercitare in maniera saltuaria, per esempio impegnandomi nell’organizzazione dei Mondiali di Sci sempre a Cortina, e sempre nell’ambito del mondo logistico e dei trasporti. È grazie a quell’esperienza che ho maturato l’idea di una nuova modalità di intendere la logistica.
Ovvero? Scrocco: Ora concepisco la logistica non più solo orientata verso il mondo industriale, ma piuttosto riferita a quello dei grandi eventi. Così ho inviato il mio curriculum alla Fondazione Milano Cortina, ho sostenuto una serie di colloqui e superato una selezione agguerrita. Alla fine, sono stato scelto e così ho deciso di lasciare del tutto il lavoro in Eni – mi ricordo che quando mi arrivò la comunicazione ufficiale dalla fondazione organizzatrice dei Giochi ero in missione in Congo – e dall’inizio del 2022 ho cominciato a lavorare alla realizzazione di questo percorso stupendo e unico, ancorché parecchio impegnativo.
Quindi è stata una specie di Olimpiade personale anche il suo cammino per arrivare a ricoprire la carica di direttore responsabile della logistica delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi Invernali 2026. Può parlarci anche della sua “squadra” e di come state affrontando questa “competizione”? Scrocco: Sì, e sarà anche successo – come ho già detto - perché ci tenevo molto per una sorta di identità totale che sento con Cortina, di fatto la mia casa. Quando mai potrebbe ricapitarmi una cosa del genere? È stata una scelta naturale, direi quasi felicemente obbligata, oltre che entusiasmante. Diciamolo, si tratta di un progetto unico, professionalmente irripetibile. In Italia, se siamo fortunati, le Olimpiadi Invernali capitano ogni vent’anni. Un orgoglio che si percepisce in termini di entusiasmo in tutte le persone che lavorano nella Fondazione, struttura che attualmente impiega 800 persone, quasi tutti ragazzi giovani.
Di questi, quanti si occupano delle parte logistica? Scrocco: attualmente siamo in 20 ad occuparci della logistica olimpica in tutte le sue accezioni, e verso fine anno arriveremo a 80 persone. Poi possiamo contare su un partner come Poste Italiane, con cui abbiamo stabilito una sorta di cambio merce: loro ci mettono a disposizione ogni tipo di servizio possa esserci utile in cambio dei diritti di marketing dell’evento. Quindi PI gestisce tutta la parte dei magazzini, dei trasporti e dei servizi di facchinaggio, di scarico e scarico e della supply chain, fornendoci anche tutto il personale di progetto e del coordinamento della manodopera, autisti compresi. Potremo contare in totale su circa 1200 collaboratori, ottima occasione anche per creare nuove professionalità nei confronti di persone che magari non facevano parte del mondo della logistica (come quelle che si trovano nelle zone montane) e trasmettere a loro una passione per questo lavoro, creando e formando nuove figure che potranno crescere e impostare il loro futuro in questo ambito lavorativo.
Un lavoro molto impegnativo e appassionante al tempo stesso ... Scrocco: Direi che stiamo vivendo con grande emozione tutto quello che stiamo facendo: pur sapendo che si tratta di un impegno a termine si percepisce l’enorme importanza – e di conseguenza anche tutte le responsabilità che ne conseguono – del momento che stiamo attraversando. Sappiamo che venerdì 6 febbraio 2026 inizieranno le Olimpiadi Invernali e che martedì 17 marzo, con la cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi, la gran parte del nostro lavoro sarà alle spalle. Quindi siamo coscienti del fatto di essere protagonisti di qualcosa che deve andare assolutamente bene perché tutto il mondo ci guarda. Sono già due anni che operiamo avendo ben chiaro che l’obiettivo è quello di essere prontissimi nel sostenere in tutto e per tutto l’appuntamento che ci vede coinvolti.
Volendo usare una metafora sportiva riferita proprio alle specialità olimpiche invernali, a cosa lo può paragonare il vostro lavoro: a una discesa libera, a uno slalom gigante o speciale, a una corsa folle in discesa sul bob… Scrocco: All’inizio (abbiamo cominciato nel gennaio 2022) lo consideravo una specie di Marcialonga, una 50 chilometri di fondo in cui si parte nel gruppo tranquillamente mantenendo la posizione. Invece adesso è come se stessimo percorrendo gli ultimi chilometri e quindi abbiamo cambiato virando sullo sci alpinismo, che fra l’altro è una nuova disciplina che debutterà proprio in questa edizione delle Olimpiadi invernali a Bormio. Siamo in un momento di salita difficilissima e ripida. In pratica, abbiamo portato a termine la fase di passaggio e siamo passati dalla progettazione alla pratica. Stiamo ancora testando ogni aspetto dei nostri ambiti tentando di capire dove tutto è ok oppure se dobbiamo apportare dei cambiamenti, se è necessario correggere e migliorare qualcosa, anche a livello di comunicazione. Tutto questo perché dobbiamo essere pronti il più possibile rispetto a quello che ancora ci aspetta. Questa fase durerà fino alla fine di aprile, poi abbiamo previsto altri test sul campo (uno l’abbiamo già eseguito, ad Assago) fra ottobre e novembre.
Un work in progress continuo? Scrocco: Stiamo imparando ogni giorno qualcosa di nuovo, perché ogni evento in programma farà storia a sé. Per fortuna, possiamo contare sul supporto del Comitato Olimpico Internazionale che ci fornisce le linee guida d’approccio e ci indica quali sono le regole del gioco da rispettare per ogni singola gara, poi noi decidiamo come impostare il contesto corretto in ogni situazione. È importante sottolineare che questa è la prima Olimpiade Invernale diffusa così ampiamente, qualcosa che non è mai avvenuto prima. Dal punto di vista logistico si tratta di una vera e propria sfida quotidiana, fra l’altro - solo per fare alcuni esempi - avendo a che fare con il territorio di due regioni, con tanti comuni coinvolti, tanti prefetti con cui rapportarsi e interfacciarsi per ragioni di sicurezza e ordine pubblico. Un contesto complessivamente e assolutamente nuovo che ci vede protagonisti in prima persona. Dobbiamo far fronte a spostamenti interregionali e fra località diverse fra loro, quindi a percorsi molto lunghi.
In tutto questo quale è la difficoltà più evidente? Scrocco: è quella del collegamento fra di noi, poi di quello fra noi con tutti gli altri soggetti che si occupano dell’evento, anche per garantire lo stesso servizio ottimale a tutti (dagli atleti agli sponsor fino agli spettatori) senza creare disservizi o problemi. È un compito difficile, ma sono sicuro che ce la faremo.
È anche in quest’ottica che si inserisce il memorandum d’intesa messo a punto per l’occasione con Assologistica? Scrocco: Certamente. Abbiamo firmato un accordo con Assologistica per tre anni, e l’associazione presieduta da Umberto Ruggerone ci ha aiutato soprattutto nelle prime fasi condividendo la nostra strategia, ricevendo il loro feed back, usufruendo della loro esperienza coinvolgendoli nel progetto fin dall’inizio e cercando di collaborare passo dopo passo insieme. È stato per noi molto importante, ad esempio, essere stati supportati attraverso Serdocks in termini di assistenza nel rapporto e nelle relazioni con la dogana, uno snodo molto importante sia per le merci che arrivano da fuori Europa sia per quanto riguarda Livigno, zona che è porto franco e quindi presenta peculiarità importanti da gestire. In qualche modo consideriamo Assologistica parte integrante del nostro team e, anche se questo non comporta una presenza continuativa nei nostri uffici, manteniamo fra noi una costante situazione di continuo aggiornamento. Devo dire che questa partnership funziona molto bene in termini di collaborazione fattiva. Avere Assologistica al nostro fianco rappresenta per noi una sorta maggiore sicurezza nell’agire.
Un supporto sarà anche quello riferito alla filiera della logistica in questa situazione particolare e straordinaria. Come la affrontate? Scrocco: Posso dirlo senza remore e in modo franco: sotto questo aspetto sta andando tutto come previsto, anche se gli imprevisti non mancano mai. Abbiamo ancora dieci mesi prima dell’inizio dell’evento, quindi il tempo per aggiustare qualche possibile criticità lo abbiamo ancora. Siamo arrivati alla fase in cui tutta la parte contrattuale e di ricerca dei fornitori e dei partner è terminata, e stiamo già affrontando la fase operativa. Dovremo risolvere alcune difficoltà non strettamente collegate alla filiera logistica ma piuttosto a variabili esterne, come ad esempio quelle connesse allo stadio di San Siro che sarà utilizzato da Inter e Milan fino a gennaio e non potrà essere chiuso prima per consentire a noi l’allestimento per la cerimonia d’apertura, e quindi siamo costretti a ripianificare la nostra supply chain in modo da arrivare all’ultimo minuto per poter allestire tutto in breve tempo.
Quindi anche un notevole lavorio in termini di pianificazione... Scrocco: Abbiamo l’assoluto bisogno di pianificare ogni aspetto del nostro lavoro in maniera accurata perché non possiamo permetterci nessun margine d’errore. Ancora, il villaggio olimpico di Milano, nella zona di Porta Romana, sarà a nostra disposizione solo alla fine dell’estate, quindi avremo solo quattro-cinque mesi per pianificare e allestire ogni cosa. Quello che stiamo tentando di fare è adattare la nostra supply chain alle varie situazioni contingenti di ogni step che dobbiamo affrontare.
E quali gli step da rispettare? Scrocco: Ricapitolando, venerdì 6 febbraio 2026 è prevista a San Siro la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi Invernali, poi domenica 22 febbraio è in calendario all’ Arena di Verona la cerimonia di chiusura e in contemporanea l’apertura delle Paralimpiadi, quindi domenica 15 marzo si terrà a Cortina d’Ampezzo la chiusura dei giochi paralimpici. Insieme a tutto questo dobbiamo provvedere anche all’allestimento della parte aeroportuale (Malpensa e Marco Polo di Venezia), più quello delle diverse stazioni ferroviarie coinvolte, prevedendo l’accoglienza e la gestione di circa 3500 atleti provenienti da almeno 100 Paesi del mondo, di cui 2900 impegnati nelle olimpiadi e 600 nelle paralimpiadi. Ci dobbiamo anche occupare del percorso della torcia olimpica, che parte da Atene e poi toccherà tutte le province italiane.
Ci sono anche risvolti in termini di sicurezza, declinata da vari punti di vista? Scrocco: Certamente è nostro compito anche la messa in sicurezza delle medaglie, rispetto alle quali esiste un tema di “confidenzialità”: sono un bene che dobbiamo gestire di concerto con la struttura di sicurezza dei Giochi, consegnarle al momento giusto agli atleti in modo che la catena di custodia sia corretta e rispettata in ogni suo passaggio. In più, a nostro carico è anche il prelievo e la consegna delle provette antidoping: tutti i campioni che verranno presi dai medici sui diversi campi di gara dovranno essere tracciati e trasferiti in assoluta sicurezza a Roma, al laboratorio – l’unico accreditato per le Olimpiadi - che dovrà analizzarli. È facile rendersi conto che si tratta di qualcosa, nell’insieme, di molto complesso che niente ha a che fare con gli standard classici della supply chain del settore logistico, ma che coinvolge più attori interconnessi fra loro. Sarà difficile e complesso portare a termine tutto nel migliore dei modi, ma ce la dobbiamo fare e ce la faremo sicuramente.
Ci sarà anche “un dopo” per il vostro lavoro, che si immagina durerà ancora oltre la fine dei Giochi. Ci illustra anche questo? Scrocco: Certo, perché il nostro compito non finisce con le gare, ma è previsto un corposo extra time. In pratica, siamo stati i primi a iniziare e saremo gli ultimi ad andare via. Una volta finiti gli eventi noi disinstalleremo tutto e riporteremo tutto il materiale – gli arredi, la tecnologia, le bandiere e qualunque altra cosa si può immaginare sia servita a mettere in piedi qualcosa di così grandioso - al magazzino centrale di Poste Italiane che si trova in provincia di Bergamo, a Filago. Alcune cose poi verranno rivendute, altre restituite a chi ce le ha fornite in affitto (la maggior parte), altre ancora verranno donate alla Protezione Civile o alle scuole. È previsto un piano dove verrà dettagliata la destinazione di ogni singolo pezzo per avere la certezza che tutto vada a posto per il meglio, evitando che niente resti inevaso.
Quale considera possa essere la data finale del vostro impegno? Scrocco: A livello agonistico tutto finisce ufficialmente domenica 15 marzo 2026 con la cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi, ma la macchina delle nostre attività continuerà tendenzialmente fino a giugno con le spedizioni internazionali e poi continueremo ad operare fino a settembre quando avremo la certezza di aver tagliato il traguardo proprio come ci eravamo prefissati, stabilendo di fatto un nuovo record olimpico, anche mondiale: quello dell’efficienza logistica nella categoria “fondo”. Solo arrivati a quel punto potremo dire di esserci meritata la giusta medaglia e mettercela idealmente al collo, nella speranza - che voglio continuare a considerare una certezza fin da ora - sia quella più preziosa e luccicante.
di Tiziano Marelli